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Aumentano contagi e ricoveri in tutta Italia: c'è una regione che rischia la zona gialla

Per almeno altre due settimane l'Italia rimane tutta in zona bianca, nonostante la lieve risalita dei contagi. Ma ecco quali sono le zone che preoccupano di più: ovviamente c'è il Fvg

Mentre Mario Draghi pensa se prorogare o meno lo stato d'emergenza, i contagi salgono in tutta Italia, con alcune regioni "messe peggio" di altre tra cui, ovviamente, il Friuli Venezia Giulia. 

Zona gialla

Al momento nessuna regione supera le soglie del 15% per l'area medica, ma alcune sono da tenere sotto controllo. L'Italia rimane tutta in zona bianca, nonostante la risalita autunnale dei contagi. Ci sono, infatti, alcune regioni che hanno parametri alti e, se la curva epidemiologica continuerà a risalire, il rischio è che cambino fascia prima di Natale. Va ricordato che il passaggio dalla zona bianca a quella gialla avviene sulla base di tre parametri: l’incidenza settimanale di nuovi positivi deve superare i 50 casi ogni 100mila abitanti, il tasso di occupazione in area medica deve essere oltre il 15%, il tasso di occupazione in terapia intensiva deve essere oltre il 10%.

A rischio

Sono 4 al momento i territori su cui si concentra l'attenzione. In Friuli Venezia Giulia l’incidenza dei nuovi casi è pari a 156,85 e l’occupazione dei posti in terapia intensiva ha raggiunto il 10%. La situazione nei reparti ordinari rimane sotto la soglia critica perché è al 9% ma l’attenzione rimane comunque alta perché contagi e ricoveri aumentano di settimana in settimana.

I contagi di ieri, domenica 7 novembre

Preoccupa la provincia autonoma di Bolzano dove ci sono 216,09 casi settimanali e l’occupazione in area medica è all’11% anche se è confortante il dato delle terapie intensive che è 4% In Calabria c'è un’incidenza di 54,59, posti occupati per il 12% (è l'annosoo problema dei pochi posti letto disponibili negli ospedali) e terapie intensive al 5%. Su i casi nel Lazio che ha registrato un’incidenza settimanale di 72,5, ma la situazione dei ricoveri è sotto controllo perché nei reparti c’è un’occupazione pari all'8% e in terapia intensiva è al 6%

Per quel che riguarda l'incidenza, sono 13 le regioni che hanno superato i 50 casi settimanali: Abruzzo (57,96), Calabria (54,59%), Campania (71,99), Emilia Romagna (67,99), Friuli Venezia Giulia (156,85), Lazio (72,5), Marche (63,93), provincia autonoma di Bolzano (216,09), provincia autonoma di Trento (70,59), Sicilia (52,78), Toscana (61,8), Umbria (59,3), Veneto (91,94). In dieci città e province i contagi si stanno quotidianamente moltiplicando. Si tratta di: Bolzano, Gorizia, Trieste, Padova, Forlì-Cesena, La Spezia, Siena, Rieti, Catania e Siracusa.

La zona gialla non è uno scenario immediato

Nessuna regione rischia la zona gialla dalla fine di questa settimana. Sono infatti i dati di martedì 9 novembre, domani, per quel che riguarda i ricoveri (nei reparti ordinari e intensivi) e il dato dell'incidenza del giovedì quelli che poi vengono elaborati e utilizzati per il monitoraggio dell'Iss ogni venerdì. Nell'immediato quindi nessuna restrizione in arrivo: il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità del venerdì, che poi decide in cabina di regia quali Regioni cambiano colore dal lunedì successivo, guarda sempre i dati del martedì precedente. Ma se il trend in aumento non si arresterà, è possibile che intorno alla fine di novembre-inizio di dicembre alcune regioni si troveranno con alcune restrizioni. 

Il picco tra gennaio e febbraio 

«Se non ampliamo il numero di vaccinati con la prima dose e se non somministriamo rapidamente la terza avremo una risalita forte, più di quella che vediamo ora. Avverrà presumibilmente tra gennaio e febbraio. Di sicuro però la mortalità sarà più ridotta di quella delle prime grandi ondate proprio grazie ai vaccini, che comunque un po' proteggeranno». Parola di Walter Ricciardi, consulente scientifico del ministro della Salute, che ieri intervistato da Repubblica tracciava scenari. Secondo l'esperto sarà necessario vaccinare i bambini e bisognerà convincere i genitori «spiegando loro che i vaccini sono sicuri e protettivi e che il rischio di contrarre l'infezione e di ammalarsi resta altissimo. D'altra parte la stragrande maggioranza dei vaccini viene somministrata proprio in età pediatrica».

Contagi

Nella settimana appena trascorsa, 1-7 novembre 2021, continuano a salire i contagi da Covid-19 in Italia, ma la curva rallenta rispetto alle settimane precedenti: da quanto emerge dall'analisi dei numeri nei bollettini quotidiani forniti da Ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità, tra 1 e 7 novembre scorsi sono stati in totale 36095 i casi di nuovi contagi in Italia: +17,22% rispetto ai 30792 della settimana precedente. Una crescita comunque in calo, anzi quasi dimezzata, visto che la settimana 25-31 ottobre aveva visto un aumento del 32,13% sul 18-24 ottobre (30792 vs 23305), che a sua volta aveva segnato un +32,4% sulla settimana 11-17 ottobre (23305 vs 17602).

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