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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Interventi urgenti per l’insegnamento della lingua friulana nelle scuole della regione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

L’ACLIF – Assemblea della Comunità Linguistica Friulana ha mandato oggi una nota sia all’assessore regionale Alessia ROSOLEN che alla Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale Daniela BELTRAME per chiedere un intervento formale presso gli istituti scolastici, per richiamarli al rispetto delle norme di legge, che prevedono l’obbligo dell’insegnamento della lingua friulana. Insegnamento che non è un “di più”, ma è parte sostanziale del percorso educativo degli studenti della nostra Regione. Allo stesso tempo, però, l’ACLIF – consapevole delle difficoltà in cui versano in questo momento le scuole – ha cercato anche di capire quali sono le principali criticità che hanno spinto alcuni dirigenti scolastici a non attivare l’insegnamento di friulano, per cercare una soluzione fattiva al problema. Perché l’ACLIF non è contro le scuole, ma a favore dei diritti delle famiglie friulane. Ecco il testo della nota… la lettera con cui a fine settembre la dirigente dell’I.C. di Latisana ha comunicato ai genitori che «il progetto legato allo studio della lingua friulana è sospeso a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19», esige una presa di posizione chiara da parte di tutte le istituzioni interessate, scolastiche e regionali. Quello di Latisana non è un caso isolato: anche altri Istituti scolasticihanno annunciato – chi in modo formale, chi in via preventiva – l’intenzione di non attivare per quest’anno l’insegnamento della lingua friulana, motivata sempre con le difficoltà contingenti legate al virus. Altri istituti invece - pur palesando preoccupazione per la gestione del servizio - hanno confermato lo svolgimento dell’attività. Di fronte a questa situazione, vogliamo confermare il principio che l’insegnamento della lingua friulana è un’opzione per le famiglie, che possono decidere di servirsene o meno, ma non per le istituzioni scolastiche, che devono garantire tale insegnamento, come stabilito sia dal legislatore nazionale con la L.482 (peraltro discendente da un principio comunitario) sia da quello regionale con la L.R. 29/2007. Queste disposizioni sono inderogabili e la loro attuazione è un dovere per le istituzioni e un diritto per i cittadini del Friuli Venezia Giulia, conquistato al termine di molti anni di impegno civico e politico. L’insegnamento del friulano non è “un di più”, ma è parte sostanziale del percorso educativo e formativo degli studenti della nostra Regione. Su questo punto occorre che la Regione e l’USR richiamino gli Istituti Scolastici, affinché diano attuazione a quanto previsto per legge. D’altra parte, occorre cercare di analizzare le difficoltà che hanno spinto alcune scuole ad assumere una posizione rinunciataria, per trovare le soluzioni idonee a rimuovano tali ostacoli. Una di queste è il limite minimo di 15 alunni per l’attivazione di un gruppo classe. Tale requisito in passato è stato facilmente soddisfatto con la creazione, quando necessario, di gruppi misti formati da alunni di sezioni diverse. Ma oggi questa soluzione non è più praticabile, perché – come è noto– gli alunni non possono in nessun modo interagire al di fuori della loro contesto classe. È indispensabile, perciò, rivedere al ribasso questo numero, altrimenti molte scuole si troveranno impossibilitate a svolgere l’attività. Un’altra criticità è data dall’incertezza dell’evolversi della situazione sanitaria. Di fronte al rischio di una sospensione dell’attività didattica in presenza (e si profilano difficoltà anche per la didattica a distanza!), molti dirigenti sono preoccupati che l’insegnamento del friulano possa essere svolto in modo incompleto. Anche in questo caso, visto il perdurare della situazione di emergenza, sarebbe opportuno un intervento delle istituzioni incaricate, che preveda – in caso di sospensione delle attività didattiche – la possibilità di derogare al tetto delle 30 ore annuali quale limite per la concessione dei fondi sul friulano, come peraltro è stato accordato per l’anno scolastico appena concluso. E non - come invece è stato prospettato – minacciare la restituzione dell’acconto! NO alla soppressione arbitraria dei diritti delle famiglie friulane SÌ a un sostegno concreto alle scuole, per metterle in condizione di adempiere agli obblighi di legge. 

Il presidente Markus Maurmair

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