rotate-mobile
delinquenza

"Non so come sono abituati a Padova, ma Udine non è mai stata così pericolosa"

Dopo i recenti fatti di cronaca, il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni dichiara di aver sempre "dato massima attenzione al tema sicurezza", ma la replica dell'opposizione non si fa attendere

Risse, controlli, spaccio, violenza contro persone e cose. All'attenzione delle cronache cittadine, ultimamente, ci sono diversi fatti che hanno come tema centrale quello della sicurezza. Argomento caldo, fuori e dentro le campagne elettorali, che infiamma non solo l'opinione pubblica ma anche le discussioni all'interno dell'amministrazione comunale. "Come sindaco della città insieme alla giunta ho sempre dato massima attenzione al tema sicurezza, nel rispetto di ruoli e competenze e sempre con la massima fiducia nei confronti di prefettura e forze dell’ordine, a cui spetta il compito di garantire l’ordine pubblico. Da parte nostra abbiamo tenuto saldi i contatti con tutti, al fine di monitorare costantemente la situazione", ha dichiarato, attraverso una nota stampa, il primo cittadino di Udine Alberto Felice De Toni. Il sindaco si riferisce ai diversi incontri che, da quando si è insediato, ha organizzato insieme ai rappresentanti delle forze dell'ordine e, di volta in volta, insieme a persone della giunta. "Il continuo confronto ha riguardato sia le zone storicamente al centro dell’attenzione della città, come la stazione e l'ex caserma Cavarzerani, sia i nuovi episodi che hanno coinvolto anche minori non accompagnati", continua la nota. "Proprio per gestire le intemperanze di alcuni di loro abbiamo revocato l’autorizzazione alla cooperativa che li ospitava in precedenza e abbiamo tenuto alta l’attenzione sul problema, come ha dimostrato l’intervento della polizia con i recenti arresti", spiega il sindaco. Su questo punto, però, proprio il legale rappresentante della cooperativa in questione, Michele Lisco, ha voluto esprimere la sua posizione. "Siamo stati noi a volercene andare da Udine, ben prima che il Comune dichiarasse di revocarci l'autorizzazione. Inoltre, erano stati proprio i servizi sociali udinesi a chiederci, nonostante avessimo espresso l'intenzione di chiudere la struttura, di ospitare ancora minori", ha spiegato il presidente di Aedis. "Per quanto riguarda i ragazzi che sono stati arrestati di recente, sappiamo benissimo di chi si tratta perché da mesi avevamo un dossier sul loro conto e li avevamo segnalati alle forze dell'ordine. Più volte abbiamo fatto notare che non potevamo essere noi a prenderci carico di persone che delinquono. L'unica cosa che è stata fatta è spostarli da viale XXIII Marzo a un'altra struttura di Udine, quindi non risolvendo affatto il problema", ha aggiunto il responsabile della cooperativa Francesco Bazzaro. 

"Tutto il possibile"

La nota firmata da De Toni continua. "Stiamo facendo tutto il possibile con gli strumenti che un’amministrazione pubblica ha a disposizione: mercoledì avremo un nuovo incontro con prefetto e forze dell’ordine per avere un aggiornamento e agire di conseguenza. Abbiamo la piena coscienza dei problemi di sicurezza sollevati dai cittadini. Voglio ricordare a tutti che siamo a disposizione per raccogliere le loro segnalazioni tramite la polizia locale, che è il nostro presidio attivo sul territorio". A sollevare forti perplessità proprio su questo punto è l'ex vicesindaco di Udine Loris Michelini. "Io ho la netta sensazione che il sindaco vorrebbe fare di più, ma ha il freno a mano tirato", ci confida. Gli chiediamo spiegazioni. "La giunta comunale è combattuta da diverse ideologie al suo interno. Mi rendo conto che non sia facile gestire una maggioranza dove c'è Alleanza verdi sinistra ma anche un centro più decisivo e interventista e quindi lui si trova in difficoltà. Adesso la gente ha paura e vede situazioni incomprensibili davanti alle quali non si può stare ad aspettare". Difficile pensare che ci sia una soluzione immediata a un problema che nasce da lontano, ma chiediamo all'ex vicesindaco quale sarebbe stata la ricetta proposta dal centrodestra. "Anche io mi metterei a pregare sperando che Gesù intervenga, ma ci sono delle situazioni in cui bisogna intervenire e basta. Penso che non avrei aspettato tanto, perché già quest'estate c'erano dei segnali che le cose stavano precipitando. Saremmo intervenuti chiedendo di aumentare la presenza dell'esercito con l'operazione Strade sicure, avremmo aumentato gli interventi nelle scuole per contrastare la circolazione della droga e chiesto maggior interventismo", ci risponde Michelini. "Non si può sempre dire "non è compito nostro", la sicurezza è qualcosa che bisogna perseguire tutti insieme e se non si chiede aiuto nessuno te lo dà e non si può dire che questa è la situazione normale di tutte le città, perché io non so come sono abituati a Padova, ma Udine non è mai stata così, con un'insicurezza percepita e reale talmente alta", chiosa.

Il comitato su WhatsApp

Nel frattempo un gruppo di cittadini udinesi si è dato "appuntamento" sul servizio di messaggistica di WhatsApp: da qualche giorno è stata creata una chat che sta accogliendo sempre più partecipanti, il cui scopo è ingaggiare la vigilanza privata. "Questi cittadini stanno reagendo a un problema reale di insicurezza che non può essere sottovalutato", gli fa da eco il capogruppo di Fratelli d'Italia Luca Onorio Vidoni. "Evidentemente il fatto che numerosi cittadini si vedano costretti a organizzare un comitato per ingaggiare la vigilanza privata costituisce un inequivocabile segnale di un concreto problema di sicurezza in città", continua. "La sicurezza dei cittadini deve rimanere al centro dell'attenzione e necessita di una risposta adeguata e immediata anche da parte dell’amministrazione comunale, la quale non può sfuggire ai propri doveri e alle proprie responsabilità, facendo credere di non avere alcun potere", termina la sua analisi Vidoni. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Non so come sono abituati a Padova, ma Udine non è mai stata così pericolosa"

UdineToday è in caricamento