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Dalla Sicilia a Udine per far curare la figlia da una rara malattia

Una famiglia di Trapani si è trasferita in città per affidarsi alle cure di uno specialista che può dare speranza alla bambina per trovare una normalità mai vissuta

Una bambina di sei anni, affetta da un grave disturbo nervoso del movimento che le impedisce di camminare (non lo ha mai fatto), ha ritrovato la speranza di migliorare la propria condizione a Udine. La famiglia, residente a Trapani, ha scelto di farla seguire da un centro udinese fondato da Nicola Imbriani, selezionato tra i 50 migliori fisioterapisti al mondo. Così dalla Sicilia la famiglia è arrivata a Udine, per affrontare un primo step delle cure proposte dal professionista udinese.

La malattia

La piccola è affetta da atassia cerebellare autosomica dominante, una malattia genetica rara e caratterizzata da perdita di equilibrio e movimento, in associazione ad altri segni neurologici. Di norma ci possono essere i disturbi oculomotori, deficit cognitivi, disfunzioni del movimento volontario, coinvolgimento bulbare, spinale e del sistema nervoso periferico, ma nel caso in questione si tratta di una forma che ha un andamento migliorativo. Alla bambina la malattia è stata diagnosticata quando aveva circa otto mesi. Per i problemi neurologici è seguita da un’equipe dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, il nosocomio pediatrico più grande d’Europa. Al momento non sono disponibili trattamenti farmacologici efficaci in grado di modificare la progressione della malattia. L'unico iter riconosciuto univocamente risulta essere la riabilitazione neurologica.

Le cure

Così i genitori della bambina cercano di informarsi e capire quale sia la miglior opzione disponibile. Con approfondite ricerche online scoprono il centro Gruppo Sane Clinic, diretto da Imbriani, e il suo metodo, il Dinamix. “Si tratta di una metodologia che utilizza un algoritmo per comprendere al meglio le cause e la localizzazione esatta di diversi dolori e patologie muscoloscheletriche o neurologiche – spiega Imbriani –. Riusciamo quindi, grazie al feedback soggettivo-oggettivo in seguito alla proposta terapeutica, a lavorare sulla parte che ha probabilità di essere maggiormente interessata nella genesi dei problemi, comprendendo al meglio la terapia più adeguata per risultati immediati". Per la bambina è stato previsto un protocollo super intensivo della durata di un mese, con una doppia seduta giornaliera, mattina e pomeriggio. “Sono protocolli già utilizzati su altri piccoli pazienti. Abbiamo avuto risultati più che ottimi già dopo circa dieci giorni di trattamento”.

Le speranze

Per i genitori uno spiraglio di luce nella situazione complicata della loro bambina: “Vediamo che progressi avrà al termine del mese di terapia intensiva – ci confida il padre –, ma già vedo che mia figlia riesce a fare delle cose che non era mai riuscita a fare in precedenza”. Imbriani è ottimista: “Sono molto soddisfatto dei progressi che stiamo facendo giornalmente. La cura che propongo è diversa da tutti gli altri approcci, perché è un sistema che si autocorregge, basandosi su un metodo matematico. Ho deciso di creare una "bambina atleta”, potenziandone la componente muscolare attraverso esercizi neuromotori e terapie fisiche. Così la paziente si potenzia molto non solo a livello muscolare, ma anche a livello centrale, compensando in modo virtuoso quello che non riesce a fare per l'atrofia del cervelletto. Un approccio innovativo, che porterà a risultati miracolosi sia nel breve che nel medio termine, ma molto dipende dal fatto che l'atassia sia progressiva o meno”.

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