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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Martignacco

In corso l'assemblea Safilo: i lavoratori incontrano i sindacati

I lavoratori di Martignacco stanno incontrando le organizzazioni sindacali di CGIL, CISL e UIL: oggetto di discussione lo stato di fatto della vertenza

È attualmente in corso l'assemblea dei lavoratori Safilo con le organizzazioni sindacali di CGIL, CISL e UIL: i dipendenti dello stabilimento Safilo di Martignacco ascolteranno direttamente dai rappresentanti dei sindacati lo stato di fatto della vertenza.

All'appello manca ancora la proprietà del Gruppo, con la quale le organizzazioni sindacali non hanno ancora fissato un incontro. Il prossimo passaggio dovrebbe essere quello di un nuovo vertice a Roma, nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico e dal quale i lavoratori si aspettano una risoluzione: dl canto loro, i sindacalisti sperano in una soluzione che preveda la solidarietà è che fermi la chiusura dello stabilimento.

Il commento politico

«Chiediamo che il governo, come confermato oggi in commissione Lavoro dal sottosegretario Stanislao Di Piazza, intervenga tempestivamente utilizzando tutti gli strumenti che ha a disposizione, tra cui i contratti di solidarietà, per tenere in vita il sito industriale di Martignacco. Questo per permettere la salvaguardia dell’occupazione e favorire eventuali acquisizioni o subentri di altri soggetti». Così Debora Serracchiani, capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera, commentando la riposta del sottosegretario al Mise, Stanislao Di Piazza, all’interrogazione urgente sulla vertenza Safilo di cui è prima firmataria. Confermando la sua presenza oggi al tavolo di crisi convocato a Roma al Mise, Serracchiani aggiunge: «Guardiamo con molta attenzione a quanto emergerà dal tavolo di crisi, che ho sollecitato con lettera lo scorso dicembre. È bene precisare che l’occhialeria italiana non è in crisi, anzi si trova in un momento economico di rafforzamento e sviluppo. Per questo - spiega la parlamentare - riteniamo infondate le ragioni che hanno portato il Gruppo all’annuncio di un riassetto organizzativo, che prevede circa 700 esuberi in Italia già nel 2020, di cui 400 sono relativi alla sede di Longarone e 250 in quella di Martignacco (Udine), dove tra l’altro è prevista la chiusura totale del sito».

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