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Stagione di A2 al via il 15 novembre, tra dubbi e perplessità

L'analisi sullo slittamento del campionato

Non siamo proprio convinti che la scelta di posticipare l’avvio del campionato di A2 al 15 novembre sia stata un’idea giusta. Ormai da fine febbraio il basket è in ghiaccio e prolungare troppo l’attesa non giova certamente al sistema, soprattutto senza avere alcuna certezza che all’epoca i palazzetti potranno riaprire al pubblico. La pallacanestro italiana ha bisogno di giocare e non piangersi addosso.

Iniziamo dai protagonisti, giocatori e staff si troveranno davanti ad un pre-campionato infinito e difficile da gestire. Nell’attesa delle gare ufficiali gli atleti si consumeranno in una lunga e noiosa (parola di ex giocatore) serie di allenamenti e amichevoli. Per ciò che riguarda i media, concluso di fatto il mercato già a metà agosto (perché tanta fretta, in particolare con gli stranieri?), giornali e siti specializzati per oltre due mesi dovranno arrampicarsi sugli specchi per riempire in qualche modo gli spazi dedicati al basket. Non è esclusa  l’ipotesi  che tali spazi, già limitati, spariscano del tutto o quasi. Questa bassa intensità comunicativa non aiuterà certo la già carente promozione del prodotto, per dirla commercialmente, ed esiste il rischio che nell’attesa molti appassionati rivolgano altrove il loro interesse.

Forse sarebbe stato meglio partire regolarmente a fine settembre coinvolgendo i circuiti televisivi locali per trasmettere (gratuitamente) le partite in chiaro e diffondere il più possibile lo spettacolo  anche con i palasport chiusi o semichiusi. Un dato pressoché certo è che la prossima sarà una stagione particolare ma proprio per questo poteva essere utilizzata per un’operazione di visibilità nei confronti del grande pubblico, soprattutto di quello potenziale. I risultati si sarebbero poi visti nel futuro.

La ritardata partenza della stagione di A2 si accompagna al numero dispari delle squadre iscritte che saranno complessivamente 27, suddivise nei consueti due gironi però ridisegnati geograficamente (per razionalizzare al massimo i costi di trasferta, ha dichiarato la Lega). Non più Ovest ed Est quindi ma Nord più Sicilia (14 partecipanti, dove giocherà la nostra Apu Old Wild West) e Centro, che comprende le squadre dall’Emilia Romagna/Toscana in giù con 13 squadre e quindi calendario zoppo. Al termine della regular season si giocherà una seconda fase con le squadre suddivise in 5 gironi a seconda della classifica.

La formula risulta praticamente incomprensibile ed è pure incerto il numero delle gare da giocare in questa fase (da 6 a 10), lo sapremo solo vivendo. Con i complimenti all’inventore. Quello che è certo è che da tale guazzabuglio usciranno le 16 migliori squadre che si giocheranno attraverso i classici play-off le due promozioni in LBA. Al momento è realistico immaginare che nei prossimi mesi graverà ancora il fantasma del Covid. Per fortuna arrivano a riguardo spiragli di ottimismo dai campi di A1 parzialmente riaperti al pubblico nelle gare precampionato seppure con costosi protocolli da rispettare. Sarà questo lo scenario futuro anche per l’A2? 
 

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