Gite in montagna di nuovo possibili, le regole del Cai
I 40 bivacchi presenti in regione non sono ancora agibili e resteranno aperti solo per rispondere alle emergenze più strette
Il Club Alpino Italiano del Friuli Venezia Giulia informa che i bivacchi in montagna sono inagibili e resteranno aperti solo per rispondere alle emergenze più strette.
Responsabilità
“La nuova ordinanza regionale consente di raggiungere gli ambiti montani per svolgere attività motoria – spiega Silverio Giurgevich, presidente del Cai Friuli Venezia Giulia – ma non si pensi a un via libera generalizzato, si tratta di un primo, incoraggiante, passo verso un ritorno alla normalità, che dovremo però tutti conquistare con i comportamenti che adotteremo e che andranno ad affiancarsi alle buone pratiche che accompagnano sempre una frequentazione attenta e consapevole dell'ambiente alpino”.
Attività motoria
Il Cai Fvg, inoltre, invita tutti a rispettare in modo scrupoloso le regole in vigore: distanziamento sociale e uso dei dispositivi di protezione per naso e bocca, sia negli spostamenti che durante l'attività fisica in montagna. Ancora, bisogna fare attenzione alla propria condizione fisica, agli itinerari scelti e alle condizioni meteorologiche.
Bivacchi
La chiusura dei bivacchi al pubblico, come dichiara la commissione Giulio Carnica sentieri e rifugi, è dettata dal fatto che si tratta di ricoveri non presidiati con spazi esigui, che non possono essere sanificati dopo ogni utilizzo e che quindi non garantiscono i requisiti richiesti per evitare il contagio.
Cartelli informativi
“Nelle prossime settimane i nostri volontari provvederanno ad affiggere dei cartelli informativi del Cai su ciascuna delle 40 strutture presenti in regione, tra bivacchi, capanne e casere, e all'inizio dei sentieri che portano alle stesse – precisa Piergiorgio Tami, presidente della commissione –. È vietato l'uso dei bivacchi per escursioni programmate e raccomandiamo vivamente di utilizzarli solo in caso di reale emergenza”.