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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Maratonina di Udine: Geoffrey Mutai segna il record, con 59 minuti

Quasi 3 mila persone hanno partecipato e la maggior parte di loro ha corso per Silvia Gobbato. Striscioni e pettorali con il fiocco rosso per ricordare la giovane, uccisa proprio mentre stava correndo

L’edizione 2013 della Maratonina si chiude con un record: quello di Geoffrey Mutai che si è presentato in Italia per la seconda volta nella sua vita, con il suo record personale nelle gambe. Non è riuscito a raggiungerlo ma ha stabilito uno dei migliori tempi mondiali del 2013 e soprattutto ha messo la sua firma sul nuovo tempo record della manifestazione: 59’06. In solitaria il keniano ha corso con un ritmo da primato mondiale con una media intorno ai 2’45 per chilometro, come un orologio svizzero, lasciando il vuoto dietro di sé e arrivando in piazza Libertà da vincitore assoluto e beniamino delle folle.

“Dal 15esimo chilometro ho sentito di più la fatica – ha detto a fine gara Mutai. - Volevo il mio record e l’ho mancato per un soffio. Grazie a Udine e ai tifosi che mi hanno sempre supportato. Prossimo obiettivo New York!

Quella di quest'anno è stata la maratonina dei record, la gara piú veloce d'Italia con uno dei tempi piú veloci a livello mondiale in questa specialitá - commenta soddisfatto il presidente dell'Associazione Maratonina Udinese, Paolo Bordon. - Abbiamo raggiunto un ottimo risultato anche per quanto riguarda il numero dei partecipanti: 2162 presenze a cui si aggiungono 1080 atleti che hanno gareggiato nella StraUdine”.

Molti runner hanno voluto correre per Silvia Gobbato. Oltre al minuto di silenzio prima della gara e a portare il pettorale con il fiocco rosso, i corridori hanno voluto omaggiare a loro modo la giovane vittima di un brutale quanto assurdo omicidio. Una ragazza arrivando al traguardo ha esibito uno striscione con la scritta “Io corro per Silvia”. Altri podisti l’hanno ricordata a parole, come Carlo Spinelli che dopo l’arrivo si è sentito di lasciare al microfono dello speaker Paolo Mutton un suo pensiero: “Conoscevo Silvia di vista e oggi ho corso per lei. Al decimo chilometro mi sono sentito male e volevo abbandonare la gara. Poi l’ho pensata e ho deciso di concludere solamente per renderle omaggio. Il mondo degli appassionati di corsa è molto solidale e unito: è uno sport povero e fra di noi c’è grande amicizia”.

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