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Vittoria Blasigh vola negli Usa per giocare a basket e studiare: "Realizzo un sogno"

Cresciuta nelle giovanili della Libertas Basket School, la giocatrice friulana, a soli 19 anni ha già raggiunto traguardi di valore, dalla maglia azzurra alla scorsa stagione all'avventura con il Gran Canaria. Ora si prepara all'esperienza in Florida

Ha un nome proprio che pare una predestinazione al successo e in effetti Vittoria Blasigh nella sua ancor fresca carriera di traguardi importanti ne ha raggiunti già molti, dalla maglia azzurra, alla scorsa brillante stagione iberica al Gran Canaria, alla prossima partenza per la Florida, dove a Tampa giocherà con le South Florida Bulls, studiando nel contempo business alla University of South Florida. Un percorso cestistico, il suo, iniziato alla Libertas Basket School sotto la guida di Sandra Salineri e completato, prima del trasferimento alle Canarie, nella formazione maggiore del club udinese.

“La mia maturazione la devo a Massimo Riga, il coach della formazione maggiore della Libertas Basket School  – ammette la diciannovenne play udinese – . Ha creduto in me e sia dal punto di vista tecnico che da quello psicologico gradualmente sono cresciuta, ottenendo risultati soddisfacenti. Dopo essermi seduta per la prima volta a soli tredici anni sulla panchina di A2 sono andata incontro in seguito a delle stagioni alterne ma con Riga, appunto, mi sono sentita pronta per il salto di qualità”.

Quello che Vittoria ha effettuato vestendo la maglia azzurra, con la quale disputerà i Mondiali Under 19 a Madrid dal 15 al 23 luglio e successivamente gli Europei Under 20 in Lituania dal 29 luglio al 6 agosto. Salirà poi il 13 agosto sull’aereo che la porterà in Florida, per la sua nuova esperienza a stelle e strisce della quale è ovviamente entusiasta: “È la realizzazione di un mio sogno che solo fino a due anni fa ritenevo irraggiungibile e adesso che si è concretizzato non sto nella pelle dalla voglia di cominciare”. A Tampa, oltreché giocare, studierà appunto business, economia, dopo aver ottenuto la maturità italiana, compiendo un ulteriore step verso la sua crescita personale. Dell’esperienza alle Canarie Vittoria conserva un ricordo indelebile, fatto anche di lavoro assiduo in palestra, come è previsto dalla mentalità spagnola: “Lì ci si allena ogni giorno senza soste – testimonia – e in campionato non ci sono grandi differenze fra le prime e le ultime della classe, che si affrontano ad armi pari e con pari possibilità. E anche qui sta il bello del basket iberico maschile e femminile”. 

C'è anche il dna a costituire parte importante nella sua scelta sportiva ab origine: la mamma, Paola Govetto, è stata giocatrice a Pordenone. Vittoria racconta i suoi primi passi nel mondo della pallacanestro: “Amo gli sport di contatto e ad un certo punto scelsi di lasciare il tennis, che pure mi piaceva molto, mettendo da parte anche l’idea della pallavolo, di cui, lo ammetto, m’infastidiscono le piccole sceneggiate dopo ogni punto messo a segno. Così optai per il basket e non me ne pentii”. Il play, si sa, è il leader di ogni squadra e sotto questo aspetto Vittoria, riguardo a se stessa, è sincera: “Come punto di riferimento indiscusso devo ancora maturare, ma grazie anche alle importanti esperienze che ho vissuto e che sto per affrontare penso di essere sulla buona strada”.
 

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