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sotto l'occhio del grande fratello

Da un anno vivono ripresi dalle telecamere 24 ore al giorno: la storia di Mattia e Juan

Mattia Baici è il titolare di un albergo di Udine: dopo la malattia ha cominciato a fare alcune dirette su Facebook per le quali è stato contattato da una casa di produzione che ha ideato un format per cui le persone acconsentono di essere riprese 24 ore al giorno

Non tutti sarebbero disposti a farlo, questo è poco ma sicuro. Eppure Mattia ci conferma che l'essere ripreso 24 ore al giorno da alcune telecamere, ormai da un anno, è per lui una terapia e anche un'abitudine. Vi spieghiamo di cosa si tratta. Mattia Baici, trentaquattrenne di origine triestina che vive a Udine da dieci anni, è il titolare dell’albergo B&B di via Cividale, che gestisce insieme al compagno trentunenne Juan Smerlin. Tempo fa Mattia è stato colpito da un tumore cerebrale e, quando si è ripreso dal coma, ha dovuto ricominciare ad imparare a vivere. Ha dovuto riprendere la confidenza con alcuni gesti dati ormai per assimilati, come bere, mangiare e camminare e nel lungo periodo di riabilitazione ha scoperto un altro tipo di terapia: la condivisione della sua quotidianità. «Durante la malattia facevo molte dirette su Facebook, cantando. Ho un passato sia in televisione che in radio, amo cantare e fare questi video mi ha aiutato tantissimo a riprendere fiducia in me e per velocizzare la ripresa, visto che avevo anche una paralisi debilitante», ci racconta Mattia. I suoi video cominciano così a essere seguiti anche fuori dai suoi contatti e, come spesso succede nel mondo di internet, fanno un giro imprevedibile arrivando sul desk di una casa di produzione di Catanzaro, la VisioRay Entertainment Srl. «Hanno visto i miei video - continua Mattia - e mi hanno contattato per prendere parte al loro format "Spiedlife", un reality composto da decine di location in diverse parti del mondo, abitate da protagonisti eterogenei che raccontano in diretta 24 ore al giorno e 7 giorni su 7 la loro vita reale». Normalmente per partecipare a questo reality si devono sostenere dei provini dopo aver inviato la propria candidatura; nel caso di Mattia è successo il contrario, con la produzione che lo ha contattato per farlo partecipare visto il suò già discreto seguito. Le riprese per il format avvengono senza filtri, senza autori e senza registi a pilotare le scelte di chi decide di partecipare: solo vita reale "spiata" in tempo reale.

«Ora siamo sotto contratto e facciamo una media di 20mila persone al giorno. Dopo il passaggio su Telecinco, però, c'è stato un picco di persone che ha cominciato a seguirci». Della storia di Mattia e Juan, infatti, si è interessata anche la televisione spagnola, che ha dedicato un servizio al fenomeno di quanti e quante non hanno problemi ad essere ripresi costantemente dell'occhio del "Grande Fratello". La loro storia ha attirato l'attenzione perché, senza fare nulla di clamoroso se non vivere la loro vita fatta di gesti e abitudini quotidiane, ha raccolto un consenso di migliaia di fan. «Abbiamo sei telecamere che ci seguono, tre fisse in casa, al piano inferiore, e tre mobili che ci portiamo in giro con noi. Siamo arrivati al punto che quando non veniamo ripresi ci sentiamo addirittura un po' nudi, come se mancasse qualcosa», ci racconta Mattia. Le telecamere fisse in casa coprono la zona giorno, dalla quale sono esclusi i bagni e la camera da letto. Quelle mobili, Mattia e Juan se le portano appresso praticamente sempre. «Le abbiamo portate in barca e in roulotte, alle cene con gli amici, che sanno già tutto, e in hotel, dove riprendono la reception ma senza far vedere i clienti». Il dubbio che a qualcuno dei loro conoscenti, amici o familiari possa non piacere finire dentro le riprese ci viene risolto: «tutte le persone che frequentiamo sanno del reality e ci è capitato che qualcuno ci chiedesse di non entrare nelle riprese, soprattutto persone che hanno figli, per preservare la privacy dei più piccoli. In generale però sono sempre tutti entusiasti».

Il format di Spiedlife comprende attualmente una quarantina di persone in tutto il mondo e c'è che vive addirittura di questo, visto che il contratto prevede un compenso a visualizzazioni. «La produzione paga in base all’audience - ci spiega Mattia - e le persone pagano un abbonamento per vedere certe location che hanno telecamere oscurate. Noi però facciamo tutto in chiaro». Mattia ci racconta di come, in questo anno, sono tante le persone che si sono affezionate a lui e Juan. «Adesso canto in diretta davanti a 400 persone, ad esempio, e c’è tanta gente che ci vuole bene. All’inizio era un po’ di soggezione ma ora è ormai un anno e non ce ne rendiamo nemmeno più conto del fatto che mentre siamo a casa a cucinare, chiacchierare o appunto cantare c'è qualcuno che ci segue. Una volta ho fatto il ballo della panza con mio padre e abbiamo tanto riso, ma a parte questi episodi buffi di vita familiare non è mai successo nulla di particolare», conclude. 

 

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