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Bollette da far tremare i polsi: ma perché aumenta il costo dell'energia elettrica?

Ormai non si parla d'altro che dell'aumento dei costi dell'energia. Ma perché accade? Da cosa e da chi dipende?

In questi giorni non si fa altro che parlare di bollette, costi, energia e le famiglie italiane iniziano a tremare sul serio. Attenzione, non per il freddo che, con l'inverno alle porte, è in arrivo. La preoccupazione è per le bollette di gas e luce che arriveranno a breve. Tutti i media, infatti, parlano dell'aumento dei costi dell'energia. I rincari che alcuni paventano, infatti, sembra possano tradursi in costi quadruplicati nei prossimi mesi. Ma perché accade? Da cosa e da chi dipende?

La ripresa post Covid

Durante la pandemia da Covid-19, non occorre ricordarlo, i lockdown, le misure di contenimento adottate e le restrizioni hanno inevitabilmente rallentato, e non poco, la produzione. Tornati alla (quasi) normalità è aumentata anche la domanda di elettricità che, come insegnano le leggi dell'economia, ha portato con sé un aumento dei prezzi. In poche parole: più mi chiedono elettricità perché serve per la ripresa, più gliela faccio pagare, perché tanto so che non se ne può fare a meno. Spietato, ma è sempre stato così per tutto.

La guerra

Sembrava che tutto ora potesse filare liscio e, invece, c'è chi ha deciso di non seguire il motto “fai l'amore, non la guerra”. Parliamo ovviamente del presidente della Russia, Vladimir Putin, che ha dichiarato guerra all'Ucraina. Ma che c'entrano Russia e Ucraina con l'elettricità? Facciamo un passo per volta. Mosca, al momento, è il principale fornitore di gas dell'Europa, Italia compresa. Per semplificare: cosa serve per “far muovere le macchine” che producono energia elettrica? Risposta facile: il gas. Già, perché tra le fonti utilizzate per produrre “corrente elettrica”, ovvero quello che si chiama il mix energetico, il gas la fa da padrone rispetto a molte altre fonti alternative (al gas, appunto, ndr) come eolico, solare, idroelettrico e via discorrendo.

Altri fattori

A questi due, si aggiungono altri quattro fattori che hanno causato l'aumento dei prezzi dell'energia elettrica. Il 2021 è stato un anno particolarmente freddo. Questo ha provocato un aumento della richiesta di gas e le riserve che gli Stati conservano si sono assottigliate. Per poterle “rimpinguare”, quindi, è aumentata la domanda e, come visto prima, sono aumentati i costi.

Sempre il 2021, inoltre, è stato un anno non particolarmente ventoso. Va da sé, dunque, che gli impianti eolici, soprattutto quelli nel Nord Europa, hanno funzionato (leggasi prodotto elettricità) meno.

Inoltre, la Francia, da cui importiamo una buona parte della nostra energia elettrica che, Oltralpe, si produce col nucleare, ha deciso di spegnere alcune centrali per delle manutenzioni non più rimandabili. Risultato: ci arriva meno “elettricità” da distribuire nelle case degli italiani.

Infine, le ragioni “ambientali”. Da un lato, infatti, le normative europee per la transizione ecologica (che vuol dire passare sempre più alla produzione di energia elettrica alternativa) ha imposto dei maggiori costi a quelle centrali elettriche (e sono tante) che producono elettricità grazie al gas o al petrolio. Dall'altro, molti Paesi in via di sviluppo, sempre per la transizione ecologica, hanno deciso di puntare sempre meno sui combustibili fossili come il carbone per passare al gas, ritenuto meno inquinante del carbone stesso. L'aumento della richiesta di gas, ancora una volta, ha determinato l'aumento del prezzo.

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Chi decide il prezzo dell'energia

Ma chi decide quanto costa un Kwh (leggasi chilowattora, ovvero l'unità di misura dell'energia)? La risposta potrebbe essere facile, anche se proprio facile non è.

In linea generale, il prezzo del kWh per il mercato di “maggior tutela” (chiamato anche mercato tutelato o mercato regolato) è stabilito ogni tre mesi dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera). Nel mercato libero dell'energia, invece, il prezzo del kWh lo decide il proprio fornitore, anche se, comunque, l'Arera condiziona in parte anche questo. A incidere sul prezzo al kWh è soprattutto il cosiddetto Pun, il Prezzo Unico Nazionale, ovvero il prezzo di riferimento dell’energia elettrica acquistata sul mercato della Borsa Elettrica Italiana. Che a sua volta, sempre per il solito “matrimonio” tra gas e luce, è condizionato dal costo del gas naturale sul Title tranfer facility (Ttf) di Amsterdam (che è il mercato di riferimento europeo del gas).

Ecco che quindi torna il “nostro” mix energetico che serve per produrre elettricità. Alcune fonti, come gas e petrolio, non hanno un prezzo fisso e, quindi, il costo oscilla a seconda dei fattori che abbiamo visto prima. Altre fonti come fotovoltaico, idroelettrico, eolico eccetera si comportano più o meno allo stesso modo, ma a cambiare sono altri fattori. Basti pensare che in estate ci sarà più produzione di energia prodotta da fotovoltaico oppure se abbiamo un anno particolarmente ventoso si avvantaggerà l'energia prodotta da eolico, eccetera. Ecco perché, sulla base di tutte queste variazioni, le autorità (e i singoli fornitori) sono costretti ad aggiornare i costi delle bollette.

Alla fine, a pagare sono i cittadini e le cittadine. A meno che non si decida di cenare a lume di candela e lavare i panni in fiume. Ops, scusate, nelle rogge.

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