Un'ora di sonno in meno per avere giornate più lunghe, nella notte tra sabato 26 e domenica 27 marzo torna l'ora legale e si dovranno spostare in avanti le lancette, dalle 2 alle 3, di tutti gli orologi. 

La storia

L'ora legale è stata introdotta in Italia nel 1966. All’inizio era prevista dalla prima domenica di maggio all’ultima di settembre. Negli anni Ottanta l’avvio è stato anticipato ad aprile. L'obiettivo è sfruttare al meglio le ore di luce durante tutta la bella stagione. Spostando in avanti le lancette di un'ora, infatti, si hanno più ore di luce, con un conseguente risparmio sui consumi di energia elettrica. In effetti l'ora legale conviene più ai Paesi del sud d'Europa rispetto a quelli del Nord, dove le giornate estive sono già molto lunghe a causa della vicinanza con il Polo Nord. L'ora legale resterà in vigore fino all'ultimo weekend di ottobre. Si tornerà all'ora solare tra sabato 29 e domenica 30 ottobre 2022. A meno che non ci metta lo zampino l'Unione Europea.

Cosa potrebbe accadere

Nel 2018, con l’84 per cento di voti favorevoli, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che prevede l’abolizione dell’obbligo di ambio dell’ora semestrale per i vari Paesi membri. Allo stesso tempo ha richiesto una decisione unitaria a livello europeo in merito. La decisione definitiva è ferma al Consiglio Europeo. L’Italia si è opposta e ha confermato il cambio dell’ora, altri stati, come la Francia ad esempio, hanno scelto di passare a un unico orario (estivo) senza effettuare più cambi. Tutti gli Stati membri hanno tempo fino alla fine di aprile 2022 per decidere cosa fare. A novembre del 2019, il governo Conte bis aveva scelto di mantenere il doppio orario. Ma secondo alcuni studi, il cambio dell’ora non comporta grandissimi risparmi economici, ma impatta sulle abitudini delle persone. E ha anche altre ripercussioni perché un'Europa disomogenea per quanto riguarda il fuso orario rappresenta un problema per gli scambi commerciali e per la logistica.