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Martedì, 23 Aprile 2024
Scuola

Il patentino per lo smartphone per contrastare il cyberbullismo tra i giovanissimi

Da settembre 50 scuole della regione aderiscono al progetto dell'associazione MEC

Dopo il successo del progetto pilota in dieci scuole di Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste,  da settembre 2021, saranno cinquanta gli istituti comprensivi di tutto il Friuli Venezia Giulia che parteciperanno ai corsi di formazione per il patentino per lo smartphone.

Saranno coinvolti circa duemila studenti delle classi prime e seconde delle secondarie di primo grado. Ma non solo, nel progetto ci saranno anche le loro famiglie e mille docenti per un totale di seicento ore di formazione, grazie alla collaborazione tra l'associazione MEC, con il contributo della regione Friuli Venezia Giulia e della fondazione Friuli.

I dati del 2020/2021

Duecentonovantatre i ragazzi a cui è stato consegnato il patentino, con la collaborazione di centotrenta insegnanti e duecentocinquanta genitori. Nelle quattordici classi coinvolte, gli alunni sono stati sensibilizzati rispetto ai temi dell’uso consapevole dei media digitali non solo attraverso le formazioni e la condivisione di materiali informativi, ma anche con la sottoscrizione di una dichiarazione di collaborazione e responsabilità.

Lo scenario

WhatsApp è diventato uno dei social più pericolosi per i ragazzi. I dati raccolti dall’associazione MEC attraverso lo sportello regionale per il cyberbullismo in Friuli Venezia Giulia sono chiari. La maggior parte dei reati da parte di preadolescenti e adolescenti si compie nelle chat di gruppo. Ma in moltissimi casi, però, le scuole gestiscono in autonomia queste problematiche che quindi restano sotto traccia.

Tra i più giovani manca la consapevolezza emotiva e la percezione che le parole possano ferire, offendere e diffamare. In forte crescita l’autolesionismo e i disturbi dell’alimentazione come espressioni di disagio psicologico, Spesso questi comportamenti vengono stimolati o rafforzati da pagine online o gruppi dedicati.

Molte anche le segnalazioni di immagini di estrema violenza e pedopornografiche diffuse nei gruppi whatsapp. queste immagini vengono condivise per impressionare i compagni o per sfidarsi a chi trova i contenuti più estremi. In generale manca la consapevolezza dei limiti e si ha la convinzione che sul web si possa fare tutto quello che si vuole senza nessuna conseguenza.

Infine è chiaro che ci sia un uso eccessivo della rete, già a partire dalla scuola dell’infanzia. Sono stati rilevati sintomi di vere e proprie dipendenze che richiedono l’attivazione di specialisti. In questi casi l ruolo dell’adulto sembra sempre più marginale: la famiglia non incide né sui tempi di esposizione agli schermi, né nei contenuti, spesso inadatti all’età, a cui i ragazzi possono facilmente accedere.

Il progetto

Sono previsti sette moduli che toccano diversi argomenti: dai diritti e doveri online alla sicurezza digitale, da come riconoscere le fake news alla consapevolezza delle proprie emozioni e come condividerle sul web. In tutto sono previste dieci ore di formazione in aula. In più ci sono otto ore dedicate alla preparazione dei docenti e due dedicate ai genitori.

Infine i ragazzi potranno firmare il patto di responsabilità per l'uso consapevole dello smartphone con i loro genitori e, superando il test finale, verrà consegnato loro il patentino che certifica i risultati ottenuti.

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