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Salute

Meno posti letto nelle terapie intensive del Fvg: avevano ragione gli anestesisti

Arrivato l'esito del report delle indagini del Ministero della Salute negli ospedali regionali, dal quale emerge un'errata codifica dei posti letto di Medicina d’Urgenza computati come di Terapia Intensiva

Forse la bagarre che si è creata tra l'associazione anestesisti e rianimatori del Fvg e la stessa Regione è ad un punto di svolta: il 4 ottobre è stato ricevuto dall'amministrazione regionale il report degli Ispettori del Ministero della Salute, non immediatamente reso pubblico. «In maniera trasparente l’amministrazione regionale Friuli Venezia Giulia avrebbe potuto e dovuto renderlo pubblico già allora», si legge in una nota di Aaroi Emac Fvg.

Il documento, in ogni caso, «non è altro che l’evidente conferma di consistenza, entità e correttezza di quanto AAROI EMAC ha denunciato lo scorso aprile: errata codifica dei posti letto di Medicina d’Urgenza computati come di Terapia Intensiva in alcuni ospedali e confusa comunicazione ed errata connotazione dei posti letto occupati da pazienti intensivi in altri ospedali».

L'affondo

Gli ispettori Ministeriali, nel loro report, entrano nel merito di rispetto di norme, regole, standard di sicurezza e garanzia del rischio clinico e «leggere tra le righe un’improbabile analisi sul clima di lavoro rappresenta una personale pretestuosa interpretazione dell’Assessore nel tentativo di sviare l’attenzione dai veri problemi. Stupisce peraltro questo estemporaneo surreale interesse dell’Assessore per il clima di lavoro tra professionisti che proprio questa amministrazione regionale non ha mai ascoltato e coinvolto in alcuna decisione nonostante gli accorati ripetuti appelli dell’intersindacale regionale». Rispetto ai rapporti tra professionisti, sono proprio i membri del consiglio regionale Aaroi Emac Fvg a voler tranquillizzare Riccardi. «​Tranquillizziamo e smentiamo categoricamente l’Assessore, perché non vi è alcuna “baruffa tra professionisti” della prima linea, sempre uniti e compatti e troppo impegnati a mantenere elevati gli standard clinico-assistenziali del nostro Sistema Sanitario Regionale. Vi è anzi pieno e totale appoggio da parte di tutta la categoria e grande compiacimento da parte di tutto il mondo sanitario regionale ed anche nazionale, per la serietà e correttezza dell’azione svolta».

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