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Morti improvvise: presentato il registro regionale del Fvg

Il registro è stato avviato un anno fa e studia le morti cardiache improvvise. Ad oggi sono 26 i casi analizzati. Il vicegovernatore Riccardi: «Importante per la prevenzione»

«È estremamente importante esaminare e approfondire gli aspetti di questo tipo di decessi, affinché attraverso la prevenzione in futuro si riesca a evitare che tali fenomeni si ripresentino». Lo ha detto il vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, in occasione della presentazione del Registro regionale delle morti cardiache improvvise.

Dopo aver ricordato la funzionaria regionale Alessia Clocchiatti prematuramente scomparsa, la quale seguì la predisposizione del progetto, Riccardi ha sottolineato come il Registro abbia il merito di favorire un approccio multidisciplinare, «in quanto va a coinvolgere diversi ambiti della medicina, in particolare ad esempio per gli esami chimico-tossicologici e per analisi genetiche che fanno parte del percorso di studio dei casi».

Più scienza, meno superficialità

Come ha spiegato il vicegovernatore, un altro risultato conseguito dal progetto è quello di togliere terreno alla superficialità con la quale a volte viene affrontato un argomento di natura scientifica come questo: in particolare le semplificazioni che rischiano di diffondersi dopo un evento tragico come la morte improvvisa di una persona giovane e apparentemente in buona salute. «Per questo motivo - ha detto Riccardi - è determinante disporre di un'analisi scientifica, basata su dei dati che consentano di individuare le cause del decesso e, quindi, di prevenire che lo stesso evento infausto colpisca un'altra persona». A tal riguardo, il direttore della Struttura complessa di Cardiologia e del dipartimento ad Attività Integrata Cardiotoracovascolare dell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina, Gianfranco Sinagra, ha ricordato che proprio lo screening avviato sui familiari delle vittime, come previsto dal progetto, è in grado di evidenziare la presenza di problematiche cardiache su dei soggetti apparentemente asintomatici indirizzandoli verso un percorso diagnostico e di cura.

Come funziona

Il Registro regionale delle morti improvvise sarà gestito centralmente presso l’Istituto di Medicina Legale Asugi/Università di Trieste, ma collegato in maniera capillare con tutte le realtà clinico-assistenziali regionali e si articolerà in quattro fasi: riscontro diagnostico, validazione clinica, eventuali analisi supplementari (RM cuore, indagini tossicologiche e genetiche) ed infine follow-up clinico post-screening. La fase di screening sarà tesa ad identificare tutti i soggetti considerati a rischio di cardiopatia, disordini aritmici ed aortopatia a trasmissione ereditaria. Inoltre, verranno svolti progetti innovativi di ricerca traslazionale (La medicina traslazionale trasforma le scoperte scientifiche provenienti dagli studi di laboratorio, clinici o di popolazione in nuovi strumenti clinici e applicazioni che migliorano la salute umana riducendo l'incidenza, la morbilità e mortalità delle malattie) per aumentare la conoscenza sui meccanismi di malattia nei pazienti cardiologici.

I dati

Il Registro, avviato un anno fa e istituito con la legge regionale n.26 del 30 dicembre 2020, prende in esame le morti cardiache improvvise di persone con età inferiore ai 50 anni. Su 26 casi ad oggi esaminati, è emersa la netta prevalenza del genere maschile (22 a 4) mentre è stata rilevata una positività all'esame chimico-tossicologico in 8 decessi. Relativamente alle fasce d'età la prevalente è la 41-50 (16), mentre la 21-30 e 31-40 riportano lo stesso numero di decessi (5).

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