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Ospedali: "i soldati friulani della sanità sono allo stremo"

La denuncia parte da una nota della Funzione pubblica Cgil di Udine sulle difficoltà della sanità friulana, firmata da Andrea Traunero

"Messo alle corde anche da questa ennesima ondata, il sistema Asufc non regge all’urto della pandemia", così si legge in una nota della Funzione pubblica Cgil di Udine sulle crescenti difficoltà della sanità in provincia di Udine, con un dettagliato elenco delle principali criticità nell’ambito dell’Asufc. La pandemia, però, dura da due anni e "non può essere considerata un’emergenza imprevedibile": a pesare sui disservizi, sull’insostenibile allungamento delle liste di attesa, su un’assistenza sempre più negata negli ospedali e nel territorio sono anche gravi carenze organizzative e programmatiche. E man mano che passano i giorni il ritmo impressionante dei contagi investe una quota di fragili e di anziani, aumentando ogni giorno il numero dei ricoveri in ospedale e l’impatto sui servizi territoriali. "Il tracciamento ormai è una chimera. Le liste di attesa di visite, esami, operazioni, da lunghissime che erano, diventano infinite. Viene così sospeso o rinviato ad un domani lontano il diritto ad essere curati per un tumore, un problema cardiaco od altro", prosegue la nota a firma del segretario provinciale Fp-Cgil Andrea Traunero.

Le criticità

Se la trincea non cede del tutto, "il merito è dei “soldati” della sanità: un esercito di medici, infermieri, Oss, tecnici la cui resistenza comincia però a vacillare", continua Traunero. Nella stragrande maggioranza sono vaccinati con la terza dose, ma tra loro cresce il numero dei positivi: pur non essendo in condizioni non critiche e spesso neppure malati, sono costretti ad abbandonare il campo, aggravando i problemi e i disservizi i servizi sanitari.
Ecco alcuni esempi portati dal segreatario provinciale Fp-Cgil:

Ospedale di Udine. Al primo piano del padiglione 15, il cosiddetto “repartone” da 76 posti letto, che comprende chirurgia clinica, chirurgica clinica urologica, chirurgia vascolare gastroenterologia, soffre di carenza di personale cronica e disorganizzazione crescente. Mancano 17 oss e 5 infermieri, in tutto 22 operatori. Sempre nelle chirurgie, è chiusa la week surgery al secondo piano, con i relativi posti letto inutilizzati per mancanza di personale. Ma non basta: nel padiglione mancano zone di filtro per i positivi positivi, i turni sono massacranti, con cambi ripetuti (anche due volte nello stesso giorno) e fatti senza più neanche chiedere il consenso al diretto interessato. Diversi pazienti vengono ricoverati su letti provvisori, con elevato rischio di errore, e manca un Oss addetto alla cucina, con ulteriore aggravio di lavoro per il personale in assistenza, costretto a lavorare con ritmi. A completare il quadro delle chirurgie la chiusura della sezione B e il focolaio Covid nella sezione C, gestito in assenza di chiari protocolli di emergenza. Problemi anche nelle Medicine, dove si stanno utilizzando anche i cosiddetti letti bis, privi di standard per ossigeno e campanello di chiamata del personale.

Tolmezzo. Con infermieri e Oss in notevole sotto organico per positività, nel Pronto Soccorso è stato riaperto a pieno regime il “percorso blu” Covid, sottraendo personale all'ordinario lavoro di struttura. Risultato? Pochi operatori su entrambi i fronti. Pesanti i vuoti di personale anche in Medicina.

Palmanova. Nelle due ali (pediatria e ginecologia) adibite a reparto Covid, su 49 operatori (23 oss e 26 infermieri), 10 sono assenti per malattia, più del 20%.

Servizi territoriali. Il distretto di Gemona del Friuli ha 3 Oss con cui deve coprire tutto il Canal del Ferro. Nei Csm si continua ad andare avanti con prestiti di personale da altre strutture e non si conosce qual è il metro di taratura del personale necessario.

Distretto di Palmanova e Cervignano del Friuli. Il personale è costretto a spostarsi sul territorio con autovetture obsolete e in numero ridotto rispetto al fabbisogno. Non ci sono più professionisti sul territorio in grado di sopperire alle richieste degli utenti. Da segnalare anche le difficoltà nella prevenzione delle malattie esantematiche. A vaccinare, infatti, sono rimasti soltanto 2 operatori, da 5 che erano: per questo ci si concentra solo sui bambini e si inviano gli altri pazienti ai medici di medicina generale.

Cosa fare

"Tutte queste durissime conseguenze sul personale e sugli utenti si potevano - e si possono -evitare o ridurre drasticamente con una soluzione semplice da fare: introdurre nuovi Infermieri ed Oss nel “mercato” ( l’iniziativa spetta in gran parte alla Regione ) e poi assumerli con concorsi pubblici fatti a ritmo continuo (su questi la decisione è al 100% della Regione). In altre regioni si fanno i concorsi con migliaia di partecipanti. Qui no. Si preferisce risparmiare sui costi e potenziare il privato", prosegue la nota.

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