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Policlinico Città di Udine

Donazione ossea da paziente in vita: il Città di Udine fa da apripista in Fvg

Si tratta di una pratica indispensabile in chirurgia ortopedica, vertebrale, odontoiatrica e maxillofacciale, anche pediatriche. C'è un accordo storico tra Fondazione Banca Tessuti del Veneto, Centro Regionale Trapianti e il policlinico cittadino.

Sono già 25 le teste di femore donate alla Banca Tessuti del Veneto. Questo risultato è stato raggiunto in circa 2 mesi grazie alla prima collaborazione in Friuli Venezia Giulia tra la banca, il Centro Regionale Trapianti (CRT) e il Policlinico Città di Udine, struttura sanitaria privata accreditata. È stato attivato a febbraio il programma di donazione di teste di femore nato dalla collaborazione del reparto di anestesia diretto Marcella Brazzoni e Antonio Baroselli e quello di ortopedia diretto Fabrizio Bassini. Una buona notizia in un momento in cui le richieste di tessuto osseo sono particolarmente numerose in tutta la regione.

Come funziona

La donazione della testa del femore richiede la disponibilità del personale in sala operatoria senza alcuna differenza di procedura o conseguenza per il paziente che, infatti, nella maggior parte dei casi, dà il proprio consenso alla donazione al momento dell’anamnesi pre-operatoria con il medico anestesista. Dopo l’estrazione, la testa di femore viene inviata alla banca dei Tessuti di Treviso che fa da centro di raccolta per Friuli Venezia Giulia, Veneto, province autonome di Trento e per le Marche, eseguendo le analisi e i test previsti per l’idoneità alla donazione. La testa del femore asportata, solitamente di un soggetto sano sotto i 70 anni, è preziosa e fondamentale per realizzare innesti di osso in chirurgia ortopedica, vertebrale, odontoiatrica e maxillofacciale. Gli innesti ossei realizzati sono stati in alcune occasioni preziosi anche per ricostruzioni in pazienti pediatrici. L’impiego del tessuto muscolo-scheletrico proveniente da donazione è inoltre indispensabile nella chirurgia dei tumori ossei, in quanto può evitare l’amputazione di arti grazie alla ricostruzione funzionale, garantendo ai pazienti un migliore recupero e una migliore qualità della vita. 

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