"Il Fvg ha da anni un piano contro la proliferazione delle zanzare, ma non lo attua"
Danni collaterali da disinfestazioni d’emergenza: "come al solito prevenire è assai meglio che curare". Legambinete Fvg contro le soluzioni di emergenza adottate dalla Regione Friuli Venezia Giulia
La problematica del West Nile virus e la sua endemicità in Friuli Venezia Giulia è cosa nota da una decina di anni, così come per altri virus simili. Questo si legge in una nota diramata da Legambiente Fvg, congiuntamente alle segreterie di Aiab Fvg e Isde (Società internazionale medici per l'ambiente). "Prova ne è che la Regione Fvg è dotata di un Piano regionale di sorveglianza e gestione delle arbovirosi trasmesse da zanzare datato 2016 e poi mai rivisto, nemmeno per aggiornarlo rispetto al più recente piano nazionale". Il circolo ambientalista muove così una critica alle scelte regionali. "Anche quest’anno per questo problema nulla si è fatto per la prevenzione e si è atteso che il tutto raggiungesse una conclamata emergenza per poter indossare la tuta di superman e “disinfestare”. Chiaro che quando ci si ritrova con l’acqua alla gola si accetta di tutto, anche le palate di piretroidi di sintesi irrorate sul terrazzo e sul cane della zia".
Le perprlessità sulla disinfestazione a Udine
I precedenti
L’estate 2019 aveva prodotto una buona collaborazione tra la Direzione regionale della Salute, l’istituto zooprofilattico delle Tre Venezie, i Comuni interessati, i Dipartimenti di prevenzione e la ditta che si era aggiudicata l’appalto, arrivando a concludere che la chiave del successo era proprio la prevenzione, estrinsecata attraverso un approccio di sistema e sul controllo attento e puntuale delle larve laddove esse nascono. Che cosa significa? "Che non si gestiscono le zanzare operando a macchia di leopardo ma tutti i possibili luoghi ospitanti uova di un’areale vanno coperti, ovvero caditoie, tombini, pozze d’acqua: ovunque l’acqua ristagni e su tutto il territorio, senza guardare ai confini amministrativi", si continua a leggere. "Dall’altro lato significa che bisogna agire sui giovani degli insetti, ovvero le larve che hanno vita acquatica. Tra l’altro sulle larve si può agire con prodotti a basso, bassissimo impatto ambientale, come il Bacillus thuringiensis israeliensis e non con le piretrine di sintesi che si sparano sugli adulti".
Disinfestazione a Udine e dintorni
Piano nazionale
E così dice di fare il Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi 2020-2025: “I trattamenti ordinari antilarvali in aree urbane dovranno attivarsi precocemente, non appena il sistema di monitoraggio rilevi la presenza di larve (o, in assenza di questo, a partire dal mese di maggio), e dovranno essere condotti con una cadenza dettata dal tipo di principio attivo utilizzato, dalle condizioni climatiche e dal tipo di focolaio”.
Il piano raccomanda anche altre cose: a seguito dell’identificazione della circolazione virale, è necessario attivare interventi diretti alla riduzione del rischio di diffusione, che includano sia misure precauzionali finalizzate a prevenire la trasmissione dell’infezione che azioni mirate contro il vettore. In particolare:
- intensificare le attività di rimozione dei focolai larvali e le attività larvicide nei focolai non rimovibili nel territorio;
- potenziare l’informazione affinché le persone che vivono o lavorano nell’area provinciale interessata adottino le misure di protezione individuale e collaborino alle attività di rimozione dei focolai larvali e alla attività larvicide nei focolai non rimovibili nelle aree private.
Effetti collaterali
"Invece si è atteso, giocando sulla siccità che ha assai limitato la proliferazione delle zanzare, che però ora, con le prime piogge, stanno massicciamente riproducendosi". Il risultato? Per il circolo ambientalista: "scarsa efficacia della gestione delle zanzare e delle malattie che possono portare con sè, una bella nube di piretrine di sintesi da respirare da parte di cittadini e animali domestici (tutta salute!) e, quel che è peggio, un impatto pesante su tutti gli organismi non bersaglio, specialmente quelli acquatici". La cipermetrina rimane attiva molto a lungo (le piretrime naturali hanno il difetto di durare poco, "quindi quando l’uomo ci ha messo mano sintetizzandole è proprio su questo aspetto che ha agito) e non è per nulla selettiva. In altre parole uccide tutto ciò con cui viene a contatto o da cui viene ingerita e lo fa per molti giorni! Quindi tutto ciò che vive nelle aree trattate contro gli adulti con la piretrina di sintesi (in questo caso la cipermetrina), e per diversi giorni dopo il trattamento, viene colpito".
Le richieste
Le associazioni firmatarie chiedono quindi che vengano rese note le motivazioni degli interventi adottati e dell’informazione rassicurante ma inesatta (in particolare qualità dei prodotti usati e loro tempi di carenza) fornita a Comuni e popolazione sugli interventi eseguiti, e, per il prossimo futuro, si augurano che venga aggiornato il Piano regionale di sorveglianza e gestione e ne vengano rispettate prescrizioni e procedure. Infine, per un ruolo sempre attivo della cittadinanza, le associazioni chiedono strumenti informativi affinché ognuno, nel proprio giardino e terrazzo, possa agire in modo opportuno ed evitando pericolosi danni.