Tanzi e Zappetti: si orario più ampio degli ambulatori, ma non così
I due esponenti del Pdl intervengono sulla questione dell'orario di apertura degli ambulatori comunali, dibattuta in quest'ultimo periodo in commissione. Le loro proposte e le critiche a quelle dell'amministrazione
Vincenzo Tanzi ed Elvy Zappetti del Pdl si dichiarano perplessi sulle proposte del Comune per ampliare gli orari di apertura degli ambulatori: «se da un lato è positivo il tentativo della Commissione politiche sociali nel trovare soluzioni per ampliare gli orari di apertura degli ambulatori di quartiere, dall’altro riteniamo pressoché impossibile impiegare i laureandi infermieri per prestazioni specifiche di assistenza, senza a fianco un professionista».
I due rispettivamente viceccordinatore vicario e responsabile della Commissione sanità della formazione politica aggiungono: «Motivo semplicissimo. Una cosa è l’impiego in tirocinio pratico e cioè affiancarli a professionisti, una sorta di praticantato per fronteggiare la domanda di prestazioni, su cui siamo perfettamente d'accordo. Cosa diversa è impiegarli in solitaria per sopperire agli infermieri professionali al fine di potenziare il servizio e l’ampliamento dell’orario di apertura».
«Su quest’ultimo punto – continuano Tanzi e Zappetti – siamo nettamente contrari perché leggendo le finalità del Corso di laurea infermieristica tratto dal piano di studi elaborato dall’Università degli Studi di Udine, solo a termine del triennio il laureato infermiere può esercitare l’attività alle dipendenze di Aziende Sanitarie, Ospedaliere, Residenze Sanitarie, Istituti di Ricovero, altre strutture pubbliche e private o in regime libero professionale come singolo e/o associato ed assumersi le responsabilità dirette. Non capiamo – sottolineano Tanzi e Zappetti – cosa centri il Consiglio comunale e come possa esprimersi sul loro impiego giacché sono studenti, considerato che non possono in alcun modo operare autonomamente per supplire la mancanza di infermieri volontari abilitati alla professione, con il rischio di prefigurare anche l'abuso di professione».
«Le proposte che avanza la Commissione sanità riunita ieri sono due: «Per ovviare a sgradevoli contenziosi, la prima soluzione, potrebbe essere di appaltare il servizio, spendendo circa 30mila euro, questa la cifra per avere un infermiere abilitato che a turno presti la sua opera professionale nei vari ambulatori. La seconda è più istituzionale, mediante la conferenza dei Sindaci, luogo deputato all'interazione tra i Comuni e le Aziende sanitarie per la programmazione delle priorità in tema sanitario, chiedendo in quella sede all’Ass 4 la disponibilità di distaccare gli infermieri per assolvere il servizio, magari pescando dai giovani laureati». «Concludendo Tanzi e Zappetti, ritengono che la Giunta comunale su questa questione è cieca e sorda, altrimenti avrebbe affrontato il problema in altri modi. Per noi la priorità è avere gli infermieri negli ambulatori di quartiere, una necessità divenuta inderogabile, il che consentirebbe l'apertura giornaliera, permetterebbe di avere più prevenzione, e quindi, un risparmio per il sistema sanitario».