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Olivotto: «Udine oppressa dalla sinistra, ora mi sento di nuovo a casa»

La neo assessore si presenta e non risparmia le punzecchiature verso l'opposizione - «stanno passando un bruttissimo momento» - e Roberto Marin - «parlerà sempre male di me»

Dall’essere «rimasta per tanto tempo senza casa» al ruolo di assessore a Udine, con deleghe a personale, ambiente e contenzioso. Tutto in poco tempo per l’avvocato Silvana Olivotto - «mi hanno chiamata due giorni fa» -, di nuovo sulla breccia dopo l’esperienza da sindaco di Grado, un boccone difficile da digerire vista la sua origine isolana: «Quella vicenda mi ha lasciato l’amaro in bocca per l’ostruzionismo e le cattiverie subite». Sulla ferita originatasi nella località turistica aleggia l’ombra di Roberto Marin che - nemmeno tanto fra le righe - sembrerebbe intento a gettarci del sale sopra: «Parlerà sempre male di me» ha commentato la componente della Giunta Fontanini. Assieme a lei un quartetto firmato Fratelli d’Italia, raggiante per il risultato ottenuto, con l’onorevole Walter Rizzetto, il coordinatore provinciale Gianni Candotto, quello cittadino Ugo Falcone e il neo consigliere comunale Luca Vidoni

Da sinistra verso destra Candotto, Falcone, Olivotto, Rizzetto e Vidoni

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Il ritorno

Olivotto, dopo gli onori di circostanza, non si esime dalla litania della coalizione - «Udine finalmente liberata» - spostando ancora più indietro nel tempo, rispetto alla maggior parte dei suoi alleati, l’inizio della presunta prigionia: «Non si tratta solamente di 15 anni. La sinistra ha cominciato a occupare posizioni di potere già nel 1995, quando mi candidai io contro Barazza. Al primo turno presi il 45% e lui il 27%, poi finì come sapete, con la città oppressa».

Il presente

Oltre al passato l’assessore non manca di punzecchiare i competitor del presente: «Stanno passando un bruttissimo momento. Sono molto nervosi, ma non ci faremo intimorire. Ho letto sul profilo Facebook di Enzo Martines delle parole assurde. Sostiene che fossi stata cacciata dalla Lega a Grado, ma non è andata affatto così. Non fui io a essere “scomunicata”, ma (come evidenzia con una copia de “Il Piccolo” del tempo) quella sorte toccò ai leghisti Delbello e Polo, e Fontanini con me fu di una correttezza unica». 

Silvana Olivotto con la copia de "Il Piccolo" che legittima la sua posizione del tempo

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L'mpegno

Sulla questione disponibilità, essendo un legale con uno studio affermato ed avendo delle deleghe impegnative, Olivotto non ha avuto esitazioni: «Ho una figlia di 30 anni, che da due è avvocato e lavora con me. Ho le spalle coperte per la mia attività».

Il post di Vincenzo Martines citato dall'assessore

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