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Serracchiani, «per i migranti meglio strutture piccole e sicure»

Per la presidente l'unica soluzione praticabile è quella dell'accoglienza diffusa, e non delle grandi concentrazioni in pochi luoghi

«La soluzione che si è dimostrata più idonea è quella dell’accoglienza diffusa e se tutti gli 8mila Comuni italiani la applicassero avremmo ridotto al minimo situazioni di crisi come quelle che si sono verificate al Cona di Venezia e altrove. Perché nei centri con un numero ridotto di persone è più semplice fare vigilanza sanitaria, mantenere l’ordine pubblico e controllare le entrate e le uscite. E, lo ribadisco, chi non rispetta le regole deve essere espulso».

STRUTTURE PICCOLE. Così sostiene la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, che è intervenuta sul tema dell’immigrazione, in particolare sulle decisioni del ministro Minniti in ordine ad un irrigidimento delle misure di accoglienza. «Le strutture a cui fa riferimento il ministro Minniti – ha aggiunto la presidente - credo possano essere nella sostanza altra cosa dai Cie come li abbiamo conosciuti finora: ragioniamo su strutture piccole, efficienti e distribuite omogeneamente sul territorio. Ci confronteremo con il ministro Minniti, su questo e altri aspetti della questione migratoria, il prossimo 19 gennaio in Conferenza delle Regioni». 

SCELTA COERENTE. Per Serracchiani «la nostra proposta è coerente con la scelta responsabile di voler governare il problema, a differenza di chi preferisce proclamare  “mandiamoli tutti a casa” senza però poi sapere come fare». «Bisogna prendere atto infatti – ha spiegato Serracchiani - che ci sono stranieri sul nostro territorio che non hanno diritto ad essere riconosciuti come richiedenti asilo e che è giusto vengano rimpatriati. Come?  Miglioramento del processo amministrativo e  giudiziario associato all'organizzazione di luoghi adeguati per lo svolgimento delle procedure di rimpatrio».
 

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