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Giovedì, 25 Aprile 2024
partenza in salita

Una maggioranza e tre opposizioni: il difficile esordio del consiglio comunale

Prima seduta consiliare tra le scintille, a Udine. La dem Anna Paola Peratoner si è scagliata contro il sindaco e il Pd, mentre Stefano Salmè si è staccato dalla minoranza formata dalla coalizione che sosteneva Fontanini ottenendo la presidenza della commissione Statuto con i voti della maggioranza

Si è svolto non senza scintille il primo consiglio comunale di Udine dopo l'elezione del nuovo sindaco Alberto Felice De Toni. Il "caso Peratoner" prima e quello Salmè poi, hanno segnato la temperatura di questo primo incontro che, dopo il giuramento del sindaco e la proclamazione di Rita Nassimbeni come prima presidente del consiglio donna a Udine, si è alzata di minuto in minuto. 

Il giuramento, con un friulano ancora incerto

L'applauso per Rita Nassimbeni, con la sola maggioranza in piedi

Il caso Peratoner

Esclusa dalla giunta nonostante sia stata la seconda donna più votata di tutto il consiglio comunale, la dem Anna Paola Peratoner ha chiesto parola durante il consiglio, portando all'attenzione di tutte le persone presenti quanto successo in sede di consultazioni per l'assegnazione delle deleghe.

"Oggi avrebbe potuto essere una di quelle giornate belle. Ma per me non lo è, perché questa giunta nella sua genesi ha compiuto un atto violento non solo nei miei confronti ma anche nei confronti dei miei 286 elettori ed elettrici. Parlerò per fatto personale, non per farne una questione politica: mi è molto chiaro che in giunta ci sono dei rapporti fiduciari con il sindaco ed evidentemente questo presupposto non c'è stato, e me ne sono fatta una ragione. Ma questa volta non me ne andrò, nemmeno dal Partito democratico", ha esordito Peratoner prima di leggere i fatti che l'hanno vista coinvolta. È a questo punto che la consigliera dem ha puntato direttamente il dito contro De Toni e Venanzi. "Il rispetto di una telefonata, in cui il mio partito e il mio sindaco si assumevano la responsabilità apertamente di una scelta di fronte a me, guardandomi negli occhi, sarebbe stato come minimo un gesto di “garbo istituzionale” ancorché umano". A termine del suo discorso, Peratoner è stata applaudita da parte della maggioranza formata dalla coalizione che sosteneva Pietro Fontanini. 

Il caso Salmè

Secondo momento di tensione è stata l'elezione del presidente della V commissione. Di prassi, quattro delle sei commissioni consiliari vengono assegnate alla maggioranza e le restanti due sono decise dalla minoranza. Non avendo però raggiunto un accordo in vista del ballottaggio, la coalizione di Stefano Salmè e quella di Fontanini si ritrovano ora a rappresentare due opposizioni diverse e non unite. La prima dimostrazione di questa rottura si è verificata proprio durante la prima seduta del consiglio: distribuite le prime cariche (a Paolo Ermano la prima commissione Bilancio e programmazione, a Matteo Mansi la seconda Territorio e ambiente, a Chiara Gallo la terza Politiche sociali e diritti di cittadinanza, ad Antonella Eloisa Gatta la quarta commissione Cultura e istruzione), le minoranze non sono state in grado di indicare i nomi per le restanti due. Se per la sesta commissione Verifica e attuazione del programma non ci sono stati problemi e la presidenza è andata ad Antonio Pittioni, meno semplice è stata la scelta per la quinta.

minoranza che decide

Giovanni Govetto, in forza a Fratelli d'Italia, è stato candidato come presidente per la quinta commissione Statuto dalla coalizione Fontanini e Stefano Salmè ha deciso di avanzare per la stessa commissione la sua stessa candidatura. A cercare di chiarire lo svolgimento dell'elezione è stato il vicesindaco Alessandro Venanzi. "Abbiamo cercato, come è sempre successo in passato, un accordo nelle interlocuzioni con i gruppi più numerosi, per proporre una sintesi collegiale e condivisa che arrivasse anche all'indicazione delle presidenze delle commissioni. Nell'eleganza e nella correttezza che si dovrebbe esercitare, se ci sono due candidati sindaco che entrano in consiglio ci sono due posizioni da distribuire. Stefano Salmè sa bene quanto voi quanto questa amministrazione sia politicamente distante da lui, ma se vogliamo rivendicare collegialità e rispetto delle sensibilità di ognuno di noi, questo elemento non lo possiamo non considerare", ha dichiarato Alessandro Venanzi, invitando i capigruppo "a fare una sintesi per trovare una collocazione per tutti i presidenti. In caso contrario la scelta spetterà anche alla maggioranza". E, alla fine, così è stato: con 14 voti a favore di Govetto e 27 per Salmè, quest'ultimo è stato nominato presidente della commissione Statuto non senza una certa polemica da parte dalla minoranza formata dai consiglieri e dalle consigliere candidati e candidate con Fontanini. "Abbiamo ragione di credere che il consigliere Salmè abbia dialogo con la maggioranza, accogliendo con favore l'elezione del sindaco De Toni, a cui facciamo in bocca in lupo. Riteniamo che Salmè non sia organico dell'opposizione e i nomi che noi opposizione abbiamo avanzati nascono da chi ha perso le elezioni, mentre lui rivendica di aver vinto", ha chiosato Govetto, riprendendo il ragionamento numerico del consigliere di Identità civica Loris Michelini.

Un esordio dunque in salita per la maggioranza in consiglio comunale che, a questo punto, si vede costretta a lavorare contro più opposizioni: una a trazione Fontanini, una rappresentata da Salmè e quella "familiare" di Anna Paola Peratoner. 

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