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Parcheggio piazza Primo Maggio: l'opposizione "occupa" il Comune

I consiglieri di minoranza si sono autoconvocati a Palazzo D'Aronco per protestare contro il cantiere del nuovo parcheggio. Ioan:"una forma pacifica e istituzionalmente corretta che si svolge in concomitanza con l'avvio dei lavori di un'opera costosa e inutile"

Secondo gli esponenti del centrodestra si tratta di "un’autoconvocazione mai realizzata prima nella storia di Udine".  E' partita stamane la manifestazione organizzata dai consiglieri dei partiti d’opposizione in Consiglio Comunale -Identità Civica, Per Udine, Pdl e Lega Nord- che hanno deciso di organizzare un blitz nella sede municipale per protestare contro il parcheggio da 11 milioni di euro in Piazza Primo Maggio.

Parcheggio piazza Primo Maggio: iniziano i lavori. Le proteste © IG/UDINETODAY

Il leader dell'opposizione cittadina Adriano Ioan la definisce “una forma pacifica e istituzionalmente corretta che si svolge in concomitanza con l’avvio dei lavori di un’opera costosa, inutile contro cui abbiamo sempre lottato per evitare il colpevole spreco del denaro pubblico”.

Ioan sostiene di aver chiamato a raccolta i partiti d’opposizione "in nome e per conto degli udinesi che, anche attraverso il voto, si sono chiaramente espressi contro quest’opera inutile e costosa, che è stata al centro della campagna elettorale del riconfermato sindaco".

Ioan, a nome della minoranza, nell’incontro con i media, sottolinea, fra l’altro, anche gli aspetti ancora tutti da chiarire collegati all’opera, motivo sufficiente per indagare e raccogliere prove: “Pensiamo soltanto all’intricato capitolo autorizzativo che ha scandito l’iter, con carte mancanti, documenti tardivamente consegnati o assenti; per non parlare del preavviso di diniego da parte della Soprintendenza e della fretta e furia con cui il progetto, per incassare il placet delle Belle Arti, è stato rivisto, passando attraverso l’enigma della mail di dimissioni del Rup (responsabile unico di procedimento), annunciate, smentite, ritirate, insomma un vero rompicapo da cui emerge una situazione assai poco trasparente e sulla quale continueremo con tutti i mezzi a fare luce assieme a Italia Nostra, anche lei voce nel deserto, con l’obiettivo di andare fino in fondo eccependo eventuali irregolarità. L’assordante silenzio che continua a mantenere Legambiente preoccupa e non poco. Dove sono i difensori delle istanze ‘verdi’? Se perfino l’area afferente ai No Tav, centri sociali è scesa in  piazza, dovremmo iniziare a interrogare gli ambientalisti assenteisti”.

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