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"I segni di tortura su Regeni sono segni di tortura sull'Italia": il consiglio regionale si schiera

Il Consiglio regionale ha approvato una mozione presentata dal leghista Ghersinich votata da tutta l'aula e condivisa dalla giunta Fedriga

Verità per Giulio Regeni. Lo slogan che campeggia su cartelli e striscioni in tutto il Paese si trasforma in Friuli Venezia Giulia, terra d'origine del ricercatore rapito e assassinato cinque anni fa in Egitto, in una mozione proposta dalla Lega e approvata dall'intero Consiglio regionale. Il testo votato oggi - e sottoscritto da tutti i consiglieri - impegna la Giunta a fare pressione sul Governo affinché "l'Esecutivo consideri una drastica azione della rappresentanza diplomatica italiana nella Repubblica Araba d'Egitto". Serve infatti una "forma di pressione affinché le circostanze che hanno portato all'omicidio di Giulio Regeni possano finalmente essere chiarite tramite un giusto processo nei confronti dei perpetratori, individuati dalle indagini svolte dagli inquirenti italiani".

La mozione Ghersinich

Questa mozione parte dal consigliere triestino del Carroccio Giuseppe Ghersinich. "Credo che tutti i rappresentanti dei cittadini che siedono qui considerino con orgoglio l'impegno della famiglia, battersi per un giusto processo è un dovere civico perché quel torto rappresenta per tutti noi una ferita aperta. Vanno individuati responsabili e mandanti di questo delitto". Alle parole del leghista sono seguite quelle di Furio Honsell, consigliere di Open Fvg. "I diritti umani in Egitto continuano a essere violati, come dimostra la vicenda Zaki, e il ritiro dell'ambasciatore sarebbe un segnale forte. La difesa dei diritti civili dovrebbe essere alla base di tutte le nostre azioni".

Tutti d'accordo: "Non c'è destra né sinistra"

Segnali importanti sono giunti anche da Massimo Moretuzzo del Patto per l'Autonomia, da parte della dem Chiara Da Giau e Mara Piccin per Forza Italia, Mauro Di Bert per Progetto Fvg e dalla pentastellata Ilaria Dal Zovo. Tutti hanno chiesto "azioni drastiche sul piano diplomatico". Per Claudio Giacomelli di Fratelli d'Italia il messaggio della "compattezza politica" rappresenta un'unione di intenti da parte di tutto il Consiglio. "Di fronte al cadavere torturato di un ragazzo italiano non c'è destra né sinistra. Se la realpolitik esiste e a volte è necessaria, non è certo questo il caso: è bene che questo Consiglio lo gridi forte e con una voce sola". 

La posizione della giunta Fedriga

Anche la giunta regionale ha condiviso la mozione. "Credo che la vera realpolitik sia difendere un principio di dignità nazionale: l'Italia non può essere trattata in questo modo da nessun Paese". Parole che hanno trovato d'accordo con il presidente dell'aula, Piero Mauro Zanin: "Credo - ha scandito Zanin - che i segni di tortura sul corpo di Regeni siano segni di tortura sull'Italia. E non ci si può sedere al tavolo con chi li ha provocati. Bene fa il Consiglio regionale - ha concluso il presidente - a ricordarlo e a denunciarlo".

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