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Lega: no al burqa nelle strutture regionali del Friuli Venezia Giulia

La mozione del consigliere regionale Antonio Calligaris chiede che la Regione attivi la regolamentazione come già fatto dalla Regione Lombardia e dal Comune di Monfalcone

"Adottare una specifica regolamentazione, idonea al rafforzamento del sistema di controllo, identificazione e sicurezza che vieti l'uso di indumenti o altri oggetti che nascondano il viso, impedendo il
riconoscimento del soggetto in tutte le strutture pubbliche facenti parte del sistema regionale". 
A dichiararlo è il consigliere della Lega Antonio Calligaris, attraverso una mozione che ha ottenuto il sostegno di tutto il gruppo del Carroccio, per chiedere alla Giunta di attivarsi affinché tale regolamentazione trovi applicazione sul territorio regionale. 

"Il Friuli Venezia Giulia, in quanto terra di confine, è meta di consistenti flussi migratori che ne incrementano la complessità sociale e culturale. In diverse aree, come per esempio nel monfalconese - spiega Calligaris -, numerose donne, in aumento rispetto al passato, indossano il burqa e il niqab, abiti che lasciano scoperti solo gli occhi. Le tradizioni e i costumi religiosi non possono rappresentare giustificati motivi di eccezione rispetto alle esigenze di sicurezza all'interno delle strutture regionali. Occorre -aggiunge l'esponente di maggioranza - elevare gli standard di sicurezza interni per fornire maggiori garanzie a dipendenti, operatori e utenti esterni. Paesi europei quali Belgio, Francia e alcuni land della Germania si sono già attivati in questo senso e nel 2015 la Regione Lombardia ha approvato una delibera per introdurre il divieto di indumenti o altri oggetti che impediscano l'identificazione in tutte le sedi regionali, compresi gli ospedali. Nel 2017, la stessa norma è stata introdotta dall'amministrazione Cisint a Monfalcone nel regolamento di polizia urbana per tutti gli edifici comunali". 

"L'esigenza di garantire la pubblica sicurezza giustifica, per il tempo necessario e nei luoghi individuati, come gli ospedali, il divieto di presentarsi con indumenti e accessori che rendano difficoltoso il riconoscimento e dunque - conclude l'esponente leghista - anche con il velo che copre interamente il volto, lasciando scoperti solo gli occhi".
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