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Giovedì, 25 Aprile 2024
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“Guardia civica del malato”: la propone il Fogolâr Civic agli incontri Unesco

Travain: “Bisogna mobilitare permanentemente la cittadinanza a tutela dei malati contro l'ordinaria malasanità!”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Non basta, anche se è già tantissimo, fornire meritoria consulenza legale a pazienti o parenti di vittime di malasanità, come tradizione di nobilissime associazioni che da decenni operano in regione nel settore della tutela del malato. Ci vorrebbe una mobilitazione civica permanente che ovviasse alla sottodimensionata denuncia delle carenze anche gravi riscontrabili in seno al servizio sanitario pubblico, in queste settimane rinnovato campo di battaglia politica per la campagna elettorale del Friuli Venezia Giulia. Non si tratterebbe populisticamente di difendere l'indifendibile capriccio del ricoverato viziato bensì quelle basi di civiltà che gran parte degli ospedalizzati non ha il coraggio di rivendicare magari per timore di ritorsioni. Lì deve inserirsi una forza civica supplente, terza, che va studiata nei termini di legge e anche formulando proposte di riforme legislative ad hoc. Una via di mezzo tra una Guardia Civica e la San Vincenzo: una Guardia Civica del Malato. Ecco la proposta uscita dalla appassionata relazione in friulano del prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” oltreché delegato presidenziale alla formazione civica e alla cittadinanza attiva del Club per l'Unesco di Udine, relazione dal titolo “Civics cuintri de sanitât clope” (Civismo contro la malasanità), tenuta venerdì 6 aprile 2018 presso la sede universitaria udinese di Palazzo Florio, nell'ambito degli incontri pubblici organizzati dal detto Club, presieduto dalla prof.ssa Renata Capria D'Aronco, a celebrazione della Giornata Internazionale della Salute, ricorrente il 7 del mese medesimo. “No si podarà, alore, fevelâ di travuardie de dignitât umane co pazients costrenzûts tal jet a fossin pardabon obleâts a fâ i lôr bisugns di ogni dì cence la civiltât di un parevint ordenari che al difindi il sacrosant lôr privât. No si podarà dî ben garantide la sigurece de int ricoverade co ricovars par fin di cure o ben di intervents definîts si prossumi che a vedin di fâ riscjâ di cjapâ infezions ancje penzis e mortifaris des voltis, che dal lôr slargjâsi al somee plui comut dâi la colpe a seguit di ecès di antibiotics che magari al vêr nivel di pulizie e precauzion che si cjatisi tai ospedâi che su chel nol è di mancjâ par nissune reson di meti fûr bêçs e di controlâ. Un apel pai citadins ducj cuancj, pes lôr istituzions e fuarcis sociâls, pe libare stampe: che a stedin in vuaite a pro dai malâts tal rispiet plui agrât dal personâl sanitari chel miôr ma ancje tal just tamesâ chei sogjets che a mancjassin ae lôr funzion di lavôr, control e politiche-aministrative tal cuadri biel di une sanitât serie e compassionevul viers de umanitât induliade!” (trad. it. “Non potrà dirsi, quindi, tutelata la dignità umana qualora pazienti allettati dovessero essere costretti a svolgere i propri bisogni fisiologici quotidiani senza la civile ordinarietà di una paravento atto a preservarne debita privatezza. Non potrà darsi adeguatamente per garantita la sicurezza dei cittadini ricoverati qualora degenze a scopi di cura ovvero d'intervento determinati potenzialmente debbano comportare rischio di contrazione d'infezioni anche gravi e talora mortali, il cui dilagare pare più comodo attribuire a conseguenza d'eccesso di antibiotici che magari al livello di pulizia e precauzione effettivo riscontrabile nelle sedi ospedaliere su cui ineludibilmente risulta essere imperativo investire e sorvegliare. Un appello a tutta la cittadinanza, alle sue istituzioni e forze sociali, alla stampa libera: siano fermo presidio a tutela dei malati nel grato rispetto del migliore personale sanitario ma anche nella salutare censura dei soggetti che dovessero mancare al loro ruolo professionale, ispettivo e politico-amministrativo nel più proficuo quadro di una sanità seria ed empatica nei confronti dell'umanità dolente!”). Riprendendo stralci del “Civico 'cahier de doléances' udinese / Civic 'cahier de doléances' udinês” presentato dal Fogolâr Civic lo scorso 13 settembre, in occasione delle celebrazioni popolari spontanee per il 794° Compleanno della Città di Udine (ed appeso all'antico “Poç dal Ospedâl Vieri” in Piazza Venti Settembre), il prof. Travain ha innanzitutto puntato il dito contro le alte sfere della Sanità pubblica territoriale, richiamandone la primaria responsabilità di controlli ferrei anche sui servizi in appalto nonché di amministrazione valida delle risorse quando vi sono ovvero di onesta denuncia della loro carenza o mancanza anche contro l'insopportabile retorica dell'establishment politico regionale e statale di turno.

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