Stop ai fondi per le periferie: Pd, Fi e Fdi protestano, ma votano per sbaglio a favore
Nessun contrario. L'emendamento che ha stoppato gli 80 milioni necessari per le riqualificazioni del Fvg è stato approvato all'unanimità al Senato anche grazie ai voti di quell'opposizione che tramite i suoi rappresentanti locali grida allo scandalo
L'8 agosto tutti i senatori del Friuli Venezia Giulia hanno approvato al Senato -per errore- lo stop al Piano periferie che ha di fatto congelato i 2,1 miliardi che lo Stato avrebbe versato a ben 120 Comuni italiani. Fra questi fondi, circa 80 milioni sarebbero finiti alle amministrazioni di Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste per l'attivazione dei progetti -già pronti- che avrebbero riqualificato nei prossimi anni alcuni quartieri "dimenticati" dei 4 capoluoghi. Fra i programmi di riqualificazione urbana ricordiamo il piano "Experimental City" che era previsto a Udine Est, nell’area dell’ex caserma Osoppo, e le riqualificazioni che avrebbero coinvolto Rozzol-Melara a Trieste, l’ex collegio Filzi, il rione della Campagnuzza e la piazzetta Bernardelli a Gorizia. Dopo il voto, inevitabilmente, sono sorte le proteste e le ire dei politici locali, in primis quelle dei rappresentanti locali del Partito Democratico, Maria Grazia Santoro in Regione e Alessandro Venanzi a Udine, ma nessuno fino ad oggi aveva sottolineato quanto era esattamente avvenuto nell'aula di Palazzo Madama durante la votazione al decreto legge “proroghe”. A farlo è stato Christian Seu, in un articolo pubblicato questa mattina sull'edizione cartacea del Messaggero Veneto.
I senatori friulani Luca Ciriani (Fdi), Franco Dal Mas (Fi), Laura Stabile (FI) e Tatjana Rojc (Pd), si sottolinea nell'articolo, erano tutti interessati a sbloccare gli stati di avanzamento dei lavori pubblici, ma tutti hanno votato -incredibilmente- a favore dell'emendamento del Milleproroghe, bloccando fino al 2020 i quasi 2 miliardi di euro di fondi necessari a coprire il piano di riqualificazione delle periferie delle città italiane. Notevole l'imbarazzo fra gli onorevoli intervistati dal giornalista. «Mi sono adeguata all'indicazione del gruppo - ha spiegato a Seu la senatrice Tatjana Rojc -. Onestamente ero preparata su altri emendamenti, ma non su quello». «C'è stato un errore, evidentemente, frutto di un momento di grande confusione in aula», ha provato a giustivicarsi l'on. Laura Stabile. «Era un testo molto tecnico - ha sottolineato Franco Dal Mas-, è evidente che siamo stati tratti in inganno e portati all'errore. Si può e si deve rimediare alla Camera». Ma l'aspetto ancora più curioso è quello sottolineato dal giornalista in fondo all'articolo: "Anche Fratelli d'Italia, che ha sempre votato in maniera opposta alla maggioranza per gli altri emendamenti al Milleproroghe, ha avallato la scelta dell'esecutivo - scrive Seu -. E così, curiosamente, il senatore Luca Ciriani ha sgambettato il fratello Alessandro, sindaco di Pordenone, che dal Piano periferie che avrebbe portato in riva al Noncello 18 milioni di euro".