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Ex Gamud: uno spazio per condividere e produrre arte

Potrebbe chiamarsi “Hub culturale urbano per il futuro creativo”, oppure, con un tocco più internazionale “Share Art Product Economy”, ma la sostanza è il rilancio dell’ex Gamud, uno spazio che ha tutte le carte in regola per essere vitale. Lo svuotamento degli spazi ex Gamud sono una ferita aperta in città, che può essere rimarginata solo con una seria progettazione pluriennale e un investimento culturale di più soggetti su un progetto condiviso

«È necessario dare una seconda vita ai locali che hanno rivestito un ruolo molto importante in città e nello stesso tempo consolidare il complesso come spazio aperto alla libera fruizione della popolazione udinese – spiega l’assessore alla cultura Federico Pirone -  Questa disponibilità di spazi si coniuga con la mancanza in città di un luogo in cui si possa condividere e produrre arte. Riqualificarlo prima che il degrado lo comprometta ulteriormente è un bisogno della città intera da un punto di vista architettonico, culturale, di restituzione di uno spazio all’aggregazione degli appassionati di arte».

Attualmente il bisogno è fare chiarezza sulla destinazione d’uso degli spazi ex Gamud per attivare l’intero processo di reperimento dei fondi necessari alla manutenzione straordinaria dell’infrastruttura. Lo spazio può essere pensato principalmente come un centro per la creazione e la produzione artistica delle arti contemporanee (performing art, video, esposizioni, spettacoli dal vivo), un luogo interdisciplinare, di confronto tra dimensione locale e internazionale, capace di attivare processi di innovazione culturale. «Condividere e produrre cultura oggi – aggiunge Pirone - significa, per una città dinamica come Udine, riuscire a generare idee imprenditoriali e nuovi servizi».

Infrastrutture culturali di tal forma in Regione non sono attualmente presenti, ma alcune suggestioni si possono trarre dalla Lavanderia a Vapore di Torino, dalla Centrale Fies di Dro in Trentino, dal centro culturale Kino Siska di Lubiana. Gli spazi dovranno essere tecnicamente attrezzati in modo da poterli allestire di volta in volta a seconda delle specifiche necessità artistiche e di fruizione. Si prevedono dunque uffici amministrativi e di comunicazione, uno spazio co-working, uno spazio polifunzionale per spettacoli dal vivo, spazi espositivi, un archivio e la caffetteria interna. Anche la corte interna sarà un’area da valorizzare soprattutto durante il periodo primaverile ed estivo.

Il centro deve collegarsi con le varie risorse culturali della città, dalle associazioni all’Università, operatori culturali e del teatro, gli Istituti secondari di secondo grado e centri quali il Fab Lab, le Officine Giovani, riprendendo in chiave moderna anche l’esperienza della Scuola d’Arte e Mestieri Giovanni da Udine, ormai chiusa da anni. «Per realizzare questo progetto che richiede finanziamenti importanti – conclude l’assessore – sarà necessario attingere ai fondi europei dedicati come il Fondo europeo di sviluppo regionale e altri. Se poi pensiamo alla sua sostenibilità, il centro può sviluppare una serie di servizi correlati che vanno dal noleggio sale alla curatela di mostre per altri enti, a servizi di grafica, comunicazione e produzione di gadget, dal supporto a imprese culturali alla collaborazione con realtà commerciali che intendono sviluppare un profilo culturale dei propri servizi, alla creazione di concept o al supporto di progetti innovativi». Il progetto sarà presentato da Federico Pirone alla cittadinanza nel corso di un incontro in programma venerdì 20 aprile alle 17 al Tom’Art Cafè in via Palladio 13.

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