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Politica

“Europa Aquileiensis” sulle elezioni: “sconfitto il moderatismo”

Le valutazioni del nuovo partito euroregionalista friulano guidato dal prof. Alberto Travain dopo le politiche del 4 marzo. Ai futuri governanti d'Italia: “Siate europeisti rivoluzionari!”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Il partito euroregionalista friulano “Europa Aquileiensis”, guidato dal prof. Alberto Travain, prende posizione sui risultati delle elezioni politiche italiane con particolare riguardo al Friuli Venezia Giulia e al Nordest storico “aquileiese”. “È stato sconfitto il moderatismo; è stata punita l'ambiguità percepita in questi anni, a tutti i livelli, da quello governativo in giù, sui temi importanti dell'occupazione, dell'immigrazione, della sicurezza, del privilegio. La rivolta contro la 'casta' politico-istituzionale, argomento caro un tempo anche alla Lega, prima che entrasse nella cosiddetta stanza dei bottoni, oggi è parso, nei fatti, cavallo di battaglia esclusivo o quasi del vittorioso Movimento Cinque Stelle, trionfante al Sud, mentre al Nord è prevalsa la Lega, con argomenti molto più pragmatici, rivelatisi più consonanti con il sentire di ampie porzioni di cittadinanza, non per ultime le genti del Nordest, ad eccezione dei sudtirolesi, non a caso 'speciali' in tutto. Amara constatazione, dunque. I nostri popoli cisalpini o padani che dir si voglia, i nostri 'triveneti', i nostri friulani, veneti, trentini, si sono mostrati così gente pratica, ma meno attenta a principi fondanti del vivere civile come l'incalzante presidio di una classe politica in odore di tirannia? Alle nostre genti interessa meno partecipare alla gestione della cosa pubblica, per cui è sufficiente delegare ai politici senza poi rompere loro le scatole facendo le pulci ai loro privilegi? Friulani, veneti e trentini preferiscono, dunque, delegare? Meglio lavorare che 'partecipare'? L'epica del lavoro, l'epica del fare, contro la pretesa di poter contare come cittadini in campo politico e amministrativo? Grande tema, questo, sul quale i pentastellati, salvo eccezioni, non pare si siano impegnati troppo, in questi ultimi tempi, per lo meno in Friuli, o nella sua 'capitale' Udine. Non s'è registrato affatto un rapporto interlocutorio costruttivo e continuativo con la più viva e propositiva società civile del territorio. 'Europa Aquileiensis' amerebbe un popolo che rivendicasse di contare di più e di subire di meno la prepotenza o anche soltanto la becera superbia dei suoi piccoli e grandi amministratori. 'Europa Aquileiensis' amerebbe un popolo la cui massima ambizione non fosse quella di vivere di concessioni e di pendere dal labbro dei potenti di ogni singolo 'pollaio' locale. 'Europa Aquileiensis' saluta favorevolmente senz'altro l'affermazione di formazioni tese a 'rivedere' l'Italia di oggi ed i suoi rapporti con l'Unione Europea e con il mondo intero: la speranza è quella che questo avvenga non in termini di chiusura ma di costruttivo apporto al progresso comune dei popoli di un continente di cui anche gli italiani - ed in parte non infima - hanno notoriamente contribuito nei millenni a costruire la civiltà. Chi, dunque, governerà l'Italia non voglia essere anti-europeista ma europeista rivoluzionario, per il bene di una cultura che ha legato le nostre genti molto prima di Bruxelles! Ciò anche detto a vantaggio delle nostre gloriose piccole patrie del Friuli e del Nordest italico, anticamente unite da Aquileia, 'Europa due volte' perché da sempre terreno di scontro ma anche d'incontro dell'intero continente”.

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