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«No all'omologazione del Nord Italia, non ci stiamo»

Iacop rivendica l’autonomia del Friuli Venezia Giulia e guarda alle opportunità dell’Unione Europea

L’accesso ai fondi europei è un tema fondamentale per il Fvg, «una quota parte significativa dello sviluppo della Regione sta nella sua capacità di saper cogliere le potenzialità di tutti gli strumenti messi a disposizione dell’UE che spesso immaginiamo essere solo quelli a gestione diretta della Regione, quando invece esistono strumenti di cooperazione e collaborazione in grado di offrire opportunità al nostro sistema produttivo e turistico».

Così Franco Iacop all’incontro “Friuli Venezia Giulia chiama Europa: una regione infrastruttura d’Europa” assieme all’eurodeputata Isabella De Monte e Fabio Franzolini, esperto di Olos Group Srl in progettazione di fondi europei per Comuni, turismo, artigianato e nuova impresa. Perché parlare di questo a pochi giorni dal voto? «Perché – spiega Iacop – è importante immaginare come il Fvg possa proseguire, nella prossima legislatura, il ruolo svolto in questi anni, quello di protagonista verso l’Europa a partire dalla prima esperienza di Alpe Adria che legava le autonomie locali di Paesi confinanti, andando oltre lo stretto campo della polemica politica che si chiude in un dibattito regionale sulla riforma degli enti locali senza guardare oltre. Sono la nostra autonomia e la nostra specialità ad averci fatto ottenete questo ruolo».

Iacop guarda con preoccupazione «alla visione della Lega e il suo disegno che vuole portare il Fvg in una logica di omologazione con le altre regioni del Nord dopo la firma del patto del nord. Il paragone tra regioni a statuto ordinario e regioni a statuto speciale vive su piani diversi, nonostante le rivendicazioni delle prime di maggiori forme di autonomia. Noi non ci stiamo, posiamo collaborare con le altre regioni ma non metterci al servizio di un progetto che non ci appartiene».

Per rafforzare il ruolo del Fvg in Europa diventa dunque strategico conoscere e accedere a tutti gli strumenti comunitari e anche le Uti, in questo caso, giocano un ruolo importante come centri di competenza per la corretta informazione sui bandi comunitari, come il recente bando wifi4eu che mette sul piatto 120 milioni di euro per i comuni per l’installazione di hotspot. Ed è solo una delle tante opportunità, come ha illustrato Franzolini sottolineando proprio il limite della corretta conoscenza di questi strumenti che rischiano di diventare «opportunità non sfruttate». Su questo concetto ha insistito anche De Monte ribadendo la necessità di «attrezzarsi per accedere a questi fondi e tenere tutti i canali aperti».

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