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Elezioni comunali 2023

Tra aperitivi, dibattiti e instastories, come stanno i candidati a sindaco di Udine

Lo stato di salute elettorale degli aspiranti alla poltrona di primo cittadino a meno di una settimana dal voto

Lunga, impegnativa, alcolica, dibattuta, fotografata. O meglio, selfata. Manca meno di una settimana alla chiusura della campagna elettorale per le elezioni comunali e il dispendio energetico, ed economico in alcuni casi, è stato considerevole. Ora i candidati sono chiamati all’ultimo sforzo – salvo ballottaggio – per convincere gli elettori della bontà della loro proposta. A proposito, in quanti andranno a votare? Degli 80mila, più o meno, aventi diritto in città alle urne ci andrà la metà. Non sarà un buon motivo per delegittimare i risultati, quell’espediente narrativo ha stufato. Come si sono comportati e come stanno i candidati?

Fontanini

Partito con i favori del pronostico. Da sempre il sindaco uscente gode di una spinta percentuale suppletiva. Nel suo caso il valore aggiunto, calcoli alla mano degli esperti, si attesterebbe sul 5 per cento. Ha scelto di fare poco o nulla a livello di eventi e puntare molto sulla propaganda, sfruttando – a ragione – al massimo tutti i big della politica nazionale passati dalle nostre parti. Tra i momenti clou l’annuncio, al palazzo dello sport, dei lavori del nuovo Carnera e l’ennesimo spot sull’eliminazione dei passaggi a livello, nientemeno che con il ministro dei trasporti Matteo Salvini. Nel 2018 il Capitano portò a Pieri ancora più fortuna di quella che gli si riconosce di solito. Sarà così anche questa volta? In vantaggio

Fontanini assieme a Salvini sui binari del treno

De Toni

È migliorato cammin facendo, ma pensando a come ha iniziato – male – non poteva essere altrimenti. Si è messo di buzzo buono e ha studiato, palesando idee e proposte interessanti. Forte di uno staff numeroso e giovane ha cercato di costruire un’identità dinamica, smart. Bene la stretta connessione con Alessandro Venanzi, cioè colui che ancora adesso avrebbe dovuto essere il vero candidato sindaco secondo i più. Bene l’attenzione alle periferie nei diversi tour impostati, ma bisognerebbe ricordarsene anche in caso di vittoria e non solo con lo scopo di avere un argomento buono per i comunicati stampa o i post sui social. Lo stesso discorso vale per le comparsate a vedersi l’Udinese o l’Apu. In rimonta

Passione cestistica per De Toni e parte della sua claque

Marchiol

Il più ammirato – sottotraccia – dagli avversari. “Marchiol è davvero preparato” è la frase più ricorrente negli ambienti della politica cittadina. Detto da persone che non lo voterebbero mai assume un valore significativo ma i risultati elettorali, ahilui, si ottengono con le preferenze e non con gli attestati di stima. Resta comunque l’outsider più accreditato, portandosi dietro un patrimonio di consenso nato con la protesta per la pedonalizzazione di via Mercatovecchio nel 2018. In una città dove chi non si muove abitualmente in automobile viene considerato un poveretto, mettere al centro del programma il ridimensionamento del ruolo delle macchine è un atto di coraggio. Senza timore

Ivano Marchiol in un incontro alla Dante

Salmè

Ci riprova dopo l’esperienza di cinque anni fa che gli portò in dote un assessorato per la compagna. Questa volta ha una fanbase più eterogenea di quella storica, grazie al consenso del popolo del "no", nato durante la pandemia: no vax e no green pass sono il suo bacino. E i no immigrati? Quel filone, nonostante le presenze di irregolari sul nostro territorio non siano cambiate più di tanto a livello numerico, ha perso appeal. Salmè l’ha rispolverato in qualche dibattito, ma una volta accortosi dell’indifferenza generale, da politico scaltro, ha lasciato perdere. Con Marchiol ha in comune due cose: il rispetto degli addetti ai lavori, perché è competente e le conoscenze garantite dall’udinesità, aspetto che manca a Fontanini e De Toni. Battagliero

Stefano Salmè solidale con i lavoratori di Arriva Udine in sciopero

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