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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Comunali 2023, tutti i dubbi del centrodestra sul Fontanini-bis

Il sindaco non ha ancora sciolto le riserve sulla sua candidatura e non sembra avere intenzione di farlo a breve. I partiti non gradiscono

 Sotto i piedi di Pietro Fontanini non ci sono più solide basi di cemento armato sui cui programmare – o almeno provarci – la prossima legislatura, ma assi di legno che scricchiolano parecchio. A interpretare la parte dei tarli e dell’usura sono le diverse anime della coalizione che reggono il centrodestra cittadino. Fontanini, decisamente nervoso negli ultimi tempi, non piace più ai suoi che hanno poca voglia di continuare a supportarlo e sopportarlo. O meglio, è gradito solo a una parte residuale della maggioranza, rappresentata da qualche consigliere con poco peso specifico e ancora meno voti. 

Le tempistiche

Quella che sembrava una ricandidatura scontata – ma mai ufficializzata – è ora solo un’ipotesi. Quando sarà verificata? Nelle intenzioni dell’attuale primo cittadino il tempo corretto per manifestare il suo intento è previsto per dopo l’estate, preferibilmente considerando come bella stagione anche gli ultimi giorni di settembre. Si va quindi a ottobre per sciogliere le riserve. Necessità di riflessioni approfondite? Non pare. Se c’è una cosa che Fontanini ha imparato in anni di carriera politica – costruita su appuntamenti elettorali in cui, va detto, è uscito sempre vincitore – è che, a volte, prendere tempo e non fare nulla è la decisione più saggia. O perlomeno utile. Così si tengono tutti sulle spine e si dà concretezza al tentativo di ottenere qualcosa in cambio della mancata nuova corsa a palazzo D’Aronco. Perché, come da consuetudine, se un sindaco uscente si vuole ricandidare i partiti ne prendono atto e appoggiano la sua corsa. Cosa vuole Pieri? Il suo sogno sarebbe la garanzia di un posto in Parlamento, per chiudere la carriera politica al massimo livello. Proposito tanto ambizioso quanto irreale. Per lui non sarebbe male nemmeno il ruolo di leader delle nuove “vecchie” province – con presidenza elettiva – a cui l’assessore regionale Pierpaolo Roberti vorrebbe a tutti i costi dare vita prima di fine legislatura. Molto difficile anche qui che il progetto assuma concretezza. Se candidatura bis dovesse essere, quindi, sarà perché non si è trovato nulla di meglio. 

I partiti

Resta da chiedersi, nel dettaglio, qual è il gradimento espresso dai partiti nei confronti del loro possibile uomo di punta. In Forza Italia la necessità di cambiare è nell’aria già da tempo e nell’ultimo periodo, anche a causa di alcuni screzi tra il sindaco e qualche esponente azzurro di rilievo, si è fatta ancora più sostanziosa. Lo stesso discorso si può fare per Progetto Fvg – Identità civica (con l’eccezione di Gianfranco Della Negra, manifesto di un fideismo indefesso), primo partito cittadino ad avere avanzato dubbi su un Fontanini bis sponsorizzando Anna Mareschi Danieli. Fratelli d’Italia? Quando i vertici regionali del partito hanno saputo di ottobre come data buona per annunciare i propri desideri da parte del sindic i commenti, per usare un eufemismo, sono stati tutt’altro che favorevoli. Resta la Lega. Il partito di riferimento del sindaco è così coeso attorno a lui? Se guardiamo agli assessori la risposta è no. Uno di loro (doppio indizio: è il più giovane e ultimamente è molto impegnato con la ristrutturazione di casa sua) vorrebbe pure stare lui al posto di Fontanini in campagna elettorale. Se facciamo lo stesso ragionamento con i consiglieri il pensiero lascia il tempo che trova. Gli ex padani sono preoccupati più che altro di fare i conti con un gradimento che, essendo finiti i tempi dell’emergenza profughi, sarà per forza di cose inferiore al 2018. Il Carroccio raccolse la maggior parte dei voti grazie al simbolo di Alberto da Giussano, non ai candidati. Su 7.777 preferenze (primo partito in città con il 21,64 per cento), infatti, furono solo 1.710 le segnalazioni espresse per gli aspiranti consiglieri. Per fare un paragone il Partito democratico (seconda forza con il 19,99 per cento) su 7.186 voti si meritò 4.301 indicazioni a favore dei singoli. 

La versione di Max

In tutto questo che ne pensa il presidente della Regione? Non transige, giustamente, sul fatto che Udine tocchi alla Lega, considerando che a Trieste c’è il civico Roberto Dipiazza, a Gorizia impera Forza Italia con Rudy Ziberna e a Pordenone comanda Fratelli d’Italia grazie ad Alessandro Ciriani. Darà quindi una mano a Fontanini? Per amor di appartenenza non si tirerà indietro, ma la spinta, ci fosse un soggetto a lui più gradito (non è un segreto che Pieri manchi tra i preferiti di Fedriga), sarebbe differente. Anche di questo, chi di dovere, è costretto a tenerne conto. 

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