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Bini, «Serve l'esercito sui nostri confini, batteremo i pugni col governo»

L’imprenditore, presidente e fondatore della civica di centrodestra ProgettoFvg: «Più di altre regioni abbiamo subito il fenomeno dell’immigrazione. Servono misure di controllo per mantenere ordine e sicurezza». L’ex questore Tozzi, candidato: «Agevolare la possibilità di fare rete tra le forze dell’ordine e creare una banca dati coordinata»

«ProgettoFvg batterà i pugni sul tavolo del Governo nazionale per chiedere che sui confini venga impiegato l’esercito». È questa la proposta di Sergio Bini, fondatore di ProgettoFvg e candidato capolista nella circoscrizione di Udine. Oggi, nel corso di una conferenza stampa, assieme all’ex questore di Udine e Gorizia Antonio Tozzi, anche lui candidato nelle liste di ProgettoFvg nelle circoscrizioni di Udine e Gorizia, Bini ha avanzato una proposta concreta per dare risposta ad un problema che sempre di più viene percepito come emergenziale dai cittadini:

Piccola Lampedusa

«Quello sulla sicurezza - dice Bini - è un problema serio. Il Friuli Venezia Giulia è una regione che più di altre ha subito il fenomeno dell’immigrazione, come una piccola Lampedusa. E qui non arrivano dal mare, ma dai confini.  Le nostre parole chiave sono “controllo” e “ordine”: dobbiamo frenare questo fenomeno. E qui lo freniamo solo se cominciamo a vigilare i confini. Andremo a Roma, batteremo i pugni sul tavolo del Governo, e chiederemo che venga impiegato l’esercito».

Le regole

Secondo Bini «chi ha il diritto va accolto e integrato, con però una postilla chiara, cioè che le regole del nostro paese vanno rispettate». «Il problema - continua Bini - nasce quando parliamo di chi diritti non ne ha, e questi rappresentano una percentuale alta del totale. Con l’idea dell’accoglienza diffusa si è creato un problema grave, anche perché queste persone sono state identificate per modo di dire, noi non sappiamo chi abbiamo realmente in casa. E poi sparpagliare queste persone qua e la crea nella popolazione un senso di insicurezza diffuso».

Più fondi per la sicurezza

Bini ha anche insistito sulla necessità di impiegare più uomini a presidio di “vie e piazze”: «Ci impegneremo anche - conclude - ad aumentare fondi in bilancio destinati al territorio, sia per i privati, con aiuti per agevolare l’installazione di presidi di sicurezza, sia ai comuni per investire in uomini e tecnologie».

Tozzi

L’ex questore di Udine e Gorizia, Antonio Tozzi, ha sottolineato invece la necessità di fare rete tra le varie forze dell’ordine, vista la carenza in certi casi di organico: «Quando ho ricoperto la carica di Questore di Udine, dal 2010 al 2014, ho cercato di potenziare la pattuglia mista, fatta di polizia, carabinieri e vigili. Dobbiamo cercare di fare rete nel miglior modo possibile, rendendo il controllo del territorio “partecipato”, perché anche l’aiuto dei cittadini è fondamentale. Serve una banca dati comune sempre più integrata, ad esempio è importante che le telecamere siano coordinate, e qui l’aiuto dell’amministrazione regionale può essere determinante». 
 

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