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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Ancora suspense nel Centrodestra. Ma dov'è l'amore per l'Autonomia?

Passano le ore ma vanno raccolte le firme a sostegno delle liste. Da regolamento, infatti, il modulo deve indicare il nome del candidato. Nei pronostici rientra a sorpresa anche il terzo incomodo, Riccardo Riccardi

Passano le ore ma Matteo Salvini, che ieri alla platea del Palamostre aveva chiesto "ancora un po' di pazienza", non si è ancora espresso. La scadenza del 25 marzo per la consegna delle liste è dietro l'angolo e ricordiamo che la raccolta delle 5 migliaia di firme non è così scontata come si crede, anche perchè il modulo prevede l'indicazione chiara del nome del candidato alle elezioni regionali 2018 e quindi non può essere anticipata "in bianco". Come si sa, e come anche ribadito ieri dal leader della Lega, la candidatura di Renzo Tondo (che si era detto disponibile al sacrificio «Sul piano delle scelte personali avrei preferito stare a Roma ma, per come si stavano mettendo le cose nel centrodestra, ho accettato la candidatura»), ufficializzata domenica sera contro la stessa volontà della base del Carroccio e di Progetto Fvg, è il frutto di un discorso molto più ampio, affrontato a Roma sul piano degli equilibri politici nazionali. La scelta dell'ex governatore di Tolmezzo rappresenta infatti una figura "di mezzo", né di Forza Italia né della Lega", il giusto compromesso che per accontentare tutti, in particolar modo Silvio Berlusconi, impegnato nel non rafforzare troppo l'ondata verde nelle regioni del nord Italia, nel non perdere Salvini come alleato al Governo e nel non far perdere altro appeal al suo partito.

Totonomi

Ma, fra i malumori avvertiti in questi giorni all'interno della base (leghista e azzurra) e un Governo ancora assai lontano dall'essere individuato, sembra sempre più chiaro che il centrodestra non voglia assolutamente rischiare di perdere una regione che tutti i sondaggi davano a loro. A meno di un clamoroso accordo dell'ultim'ora Salvini-Di Maio, non è escluso a questo punto che il giovane Massimiliano Fedriga possa prendere il posto di Tondo, già in possesso di uno scanno alla Camera dei Deputati,  o che - addirittura - la scelta possa convergere clamorosamente sull'outsider Riccardo Riccardi visto sia il posizionamento di Petro Fontani alle elezioni del Comune di Udine, sia l'utilità di Fedriga a Roma in caso la cittadinanza italiana fosse chiamata nuovamente alle urne.  Questa ipotesi, inoltre, potrebbe essere vista come un gesto di cortesia nei confronti di Berlusconi, a garanzia della solidità dell'alleanza. 

Ma l'amore per l'autonomia?

Dopo tutti questi ragionamenti, una domanda sorge però spontanea: dov'è finito quel senso di sacrificio dichiarato e sventolato negli ultimi anni nel nome dell'Autonomia? Qui di seguito alcune frasi che gli stessi protagonisti del mondo politico locale avevano espresso nel corso degli ultimi anni. 

Massimiliano Fedriga: “Nel 2018 mi candido alla presidenza della Regione (…) Sono disponibile ad abbracciare tutti coloro che si oppongono al centralismo del Governo e voglio difendere l'autonomia regione che Debora Serracchiani sta svendendo (qui le sue dichiarazioni nel 2016)

Renzo Tondo: “E' chiaro che la presidente Serracchiani è molto impegnata a Roma, ed è bene, come le ho suggerito più volte, che metta la testa solo in Friuli Venezia Giulia. (qui le sue dichiarazioni nel 2016)

Alessandro Colautti“Alla presidente Serracchiani - conclude il capogruppo del NCD (ora confluito dentro Autonomia Responsabile, ndr)- il compito di spiegare a Roma che cosa è l'autonomia responsabile del Friuli Venezia Giulia: in caso di insuccesso c'è il rischio di piombare in una nuova marginalità economico sociale come quella vissuta nel periodo post bellico” (qui le sue dichiarazioni nel 2014)


 

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