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Arrivano i "Consigli di quartiere", l'opposizione abbandona l'aula

Per la maggioranza si torna ad ascoltare e rappresentare il territorio, per l'opposizione si tratta di una finta democrazia

Il miglior compromesso che si potesse creare in questa situazione, rispetto al nulla che c’era prima, restituendo voce al territorio per la maggioranza, uno strumento contro la rappresentanza democratica per l’opposizione, in mano agli umori del sindaco. I “Consigli di quartiere” fanno molto discutere già prima di iniziare la loro attività, che ieri sera — in Consiglio comunale — ha avuto la legittimazione da parte di un’Assemblea menomata, visto che i rappresentanti della minoranza hanno scelto di uscire dall’aula durante la votazione. 

Andreucci Florio

«Non capisco l’atteggiamento dell’opposizione — attacca il consigliere della Lega Enrico Andreucci Florio —. In Commissione, lo scorso 17 settembre, da parte loro c’è stato solo un tentativo di ostruzionismo procedurale, senza la minima discussione nel merito. In Consiglio abbiamo provato a dialogare democraticamente, accogliendo peraltro alcuni emendamenti presentati da Enzo Martines (ampliando così la platea dei designabili per il ruolo), ma hanno preferito abbandonare la discussione. Avevano l’occasione per proporre il loro modello e non l’hanno sfruttata in entrambe le situazioni dove ci saremmo potuti confrontare, preferendo mettere in scena atteggiamenti che non aiutano un dialogo costruttivo per il bene della nostra comunità. Il modello delle circoscrizioni è superato da tempo e sarebbe stato troppo oneroso, se non antistorico, ridargli vita. La domanda rimasta senza risposta è: dove sono stati i colleghi di centrosinistra negli ultimi anni? Noi abbiamo elaborato in tempi brevissimi la nostra visione, per dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini e siamo convinti che sia la soluzione più idonea. Abbiamo proposto il modello che riteniamo più efficace, dando rappresentanza al territorio e attivando degli strumenti di ascolto dei quartieri, che si riuniranno diverse volte durante l’anno. Rispetto al nulla di prima è qualcosa di molto concreto».

Venanzi

Di tutt’altro avviso Alessandro Venanzi, capogruppo del Pd. «Il nostro modello partecipativo nei quartieri prevede di mettere il cittadino al centro, sostenendo e valorizzando le realtà che già esistono, e la politica al loro servizio. Qui si fa l’esatto contrario. Con una scelta unica  dei rappresentanti da parte del sindaco. Una finta democrazia quindi, che non prevede un reale sistema elettivo, e quindi di rappresentanza, ma una nomina ed un commissariamento partitico e politico da parte della maggioranza. A queste condizioni non ci stiamo».

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