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"Astensionismo per incapacità della politica di misurarsi sui problemi concreti delle persone"

Il segretario generale Cgil Fvg Villiam Pezzetta riflette sui risultati delle elezioni politiche, soffermandosi sulle ragioni dell'astensionismo

Ancora sulle elezioni: questa volta la riflessione parte dal segretario generale Cgil Fvg Villiam Pezzetta, che si sofferma sulle ragioni dell'astensionismo. "Il fatto che più di un terzo degli elettori non sia andato a votare dovrebbe rappresentare il punto di partenza per ogni analisi su questo voto, anche da parte di chi ha vinto le elezioni. Credo infatti che su questo ulteriore pesante calo dell’affluenza, incida l’incapacità generale della politica di misurarsi sui programmi e sui problemi concreti delle persone: l’assenza di prospettive per i giovani, i redditi da lavoro e da pensione divorati dall’inflazione, la precarietà, la crisi della sanità pubblica. In una situazione di crescente angoscia per la situazione internazionale e per le sue ripercussioni sulle condizioni reali delle persone, il 36% degli elettori hanno scelto di non andare alle urne, evidentemente scettici sulla capacità della politica di dare risposte e soluzioni".

Villiam Pezzetta

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Analisi del voto

Il 44% dei votanti, invece, ha scelto il centrodestra. "Questo basta a garantire al nuovo Governo una solida maggioranza in termini di seggi, non a ridurre l’urgenza e la complessità dei problemi da affrontare: le bollette, l’inflazione, i venti di crisi che soffiano sulle imprese, il rapporto con l’Unione Europea e il suo ruolo di fronte ai rischi di un’escalation della guerra tra Russia e Ucraina". Proprio sul rapporto con l’Europa, e su altri altri grandi temi come il fisco, le politiche del lavoro, i diritti civili, si sofferma ancora Pezzetta. "La coalizione che ha vinto ha programmi e sensibilità molto distanti dalle nostre posizioni. Non è la prima volta che accade e siamo pronti a confrontarci sul merito: senza pregiudizi, ma senza alcun tipo di sconto. Non ne avremmo fatti neppure alla sinistra, che ha subito l’ennesima, dura sconfitta, segno di uno scollamento sempre più evidente tra le istanze del mondo del lavoro e quella parte politica che è o dovrebbe esserne la principale interprete. Se la scarsa affluenza al voto deve essere un monito per tutti, crediamo che debba esserlo in primis per chi ha perso".

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