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“Con o contro il Comune: il civismo udinese si stringa attorno al rinnovato arengo!”

Il presidente del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain, s'interroga sul futuro dei rapporti tra cittadinanza attiva e nuovi “sorestants” comunali, in vista del ballottaggio Fontanini-Martines.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

In occasione del Primo Maggio, Festa del Lavoro ma anche antichissima festività di primavera, di auspicata rinascita, di fronte ai risultati parziali delle elezioni comunali udinesi, approdanti a ballottaggio Fontanini-Martines, il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, prof. Alberto Travain, diffonde una nota in cui s'interroga sui futuri rapporti tra i nuovi “sorestants” e la ricostituita assemblea popolare cittadina spontanea denominata “Arengo”. Eccone il testo. “Dal 2015 la cittadinanza udinese ha di nuovo l'opportunità, per lo meno una volta all'anno, nell'usuale scadenza del 29 settembre, di riunirsi, proporre e deliberare insieme posizioni, pronunciamenti, da sottoporre ad amministratori e soggetti terzi. Un'opportunità di autoconvocarsi e di farsi sentire come collettivo, che si è ritagliata autonomamente, su primo stimolo del Fogolâr Civic, movimento civico culturale mobilitato da decenni allo scopo, in un epoca in cui, in Italia, più volte è sembrato montare l'istanza di un concorso diretto del cittadino alla gestione della cosa pubblica, istanza crescente al montante degradare della fiducia verso le rappresentanze politiche. 'Judâsi un cul altri e vê vôs in cjapitul', 'solidarietà e partecipazione': ecco il motto di sintesi di una campagna di promozione di un senso di cittadinanza attivo e radicato nelle tradizioni del repubblicanesimo partecipativo storico udinese, avviata nel 1989 dal civismo che si raccoglie oggi attorno alle insegne del Fogolâr Civic e che iniziò la sua opera, al tempo, dai microfoni di una radio locale con la battagliera rubrica intitolata 'La Cjampane dal Arengo'. Fondato nel 1340 dal patriarca aquileiese Bertrando, patrono civile e padre della massima costituzione democratica locale, l'Arengo ossia l'assemblea popolare della cittadinanza udinese fu abolita dalla Serenissima nel 1513 in seguito ai tumulti della 'Joibe Grasse' di due anni prima. Dall'ultimo scorcio del Novecento, il richiamo storico-culturale, civico-politico, a quella Udine, Atene friulana, 'Nuova Aquileia' partecipativa, divenne costante di un certo civismo, anche con approdi considerevoli, come la proclamazione in Consiglio municipale, nel 2001, del Patriarca Bertrando, padre dell'Arengo, a patrono laico della città e la collocazione, nel 2015, di una sua effigie artistica, dono del Fogolâr Civic, nella Sala del Popolo di Palazzo D'Aronco. Il 29 settembre dello stesso anno, dopo aver invano sollecitato il Comune a prendere l'iniziativa, quello stesso civismo riunì, di nuovo, dopo 502 anni, un'assemblea deliberante del popolo cittadino, assemblea – si disse – 'autoriconvocata', che non soltanto votò le proposte presentate dalla cittadinanza convenuta, ma elesse, come l'antico Arengo, civiche magistrature, aventi, in questo caso, il fine di perorare di fronte alle autorità e presso le forze sociali le cause sollevate in assise; magistrature, queste, al cui vertice si conferma ancor'oggi la figura proba ed apprezzata della prof.ssa Renata Capria D'Aronco, anche presidente del Club per l'Unesco di Udine. I candidati poi al ballottaggio per la poltrona di Primo Cittadino nel 2013, professori Adriano Ioan e Furio Honsell, alle ore 12 di mercoledì 17 aprile di quell'anno, firmarono, nelle mani del sottoscritto prof. Alberto Travain, presidente del Fogolâr Civic, un capitolato d'intenti implicante, al primo punto, un impegno preciso a 'sviluppare periodiche pratiche di partecipazione civica collegiale autodeterminata, propositiva e deliberativa quantunque giuridicamente non vincolate, da integrarsi nell'ordinamento municipale' ossia 'di tornâ a vê une ponte di ce che al jere il Renc citadin pastanât dal Patriarcje Beltram e abulît cinccent agns indaûr'. Ricorrevano, infatti, in quell'anno, i cinque secoli dall'abolizione della formidabile assemblea cittadina. Titolo del punto da sottoscrivere: 'Democrazia partecipativa: rifondare l'Arengo cinquecento anni dopo la sua abolizione'. Il prof. Ioan perse le elezioni e dopo qualche anno, compianto, morì; il prof. Honsell fu riconfermato, ricordò l'abolizione dell'Arengo e dei diritti politici storici del popolo udinese in Consiglio comunale; poi, in questo campo, il nulla. E l'iniziativa, allora, l'assunse direttamente il civismo sociale. Honsell garantì ospitalità in municipio, la sua personale partecipazione all'assemblea ed eventi ad essa correlati, l'incontro e l'ascolto delle delegazioni, qualche pur raro coinvolgimento collaborativo dell'Amministrazione. Ora il futuro del riformato Arengo udinese, auspicato ed autonomo 'cavallo di Troia' del cittadino comune in seno al governo della città, sarà un regredire rispetto a livelli di riconoscimento ottenuti sinora oppure un proficuo incremento in termini di considerazione e partecipazione costruttiva al bene collettivo? Il futuro dell'Arengo cittadino sotto il nuovo sindaco Fontanini o Martines sarà di valida integrazione nella macchina politico-amministrativa di una Udine rivolta al futuro ma immancabile nel traghettare in quella direzione anche opportunità ed esperienze di democrazia diretta procedenti dalla radice del suo essere comunità? Oppure l'Arengo dovrà porsi strenuamente come Comune 'estrinseco', realtà alternativa di raccolta e progetto della cittadinanza inascoltata e scontenta, laboratorio equilibrato e autorevole del fermento civico, della più o meno latente e cosciente opposizione ai 'sorestants' di turno? Con o contro il Comune, il civismo udinese, quello vero, si stringa attorno al rinnovato Arengo!”.

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