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Tommaso Cerno nella bufera: «Il Pd mi ha chiesto il pizzo»

Il partito gli chiede 18mila euro di contributi non versati. Lui prima attacca e poi si scusa

Tommaso Cerno nella bufera per una sua dichiarazione al programma radiofonico della Rai “Un giorno da pecora”. Il senatore ex Partito Democratico, da un paio di giorni passato alla renziana Italia Viva, eletto nel 2018 nel collegio di Milano centro, fa discutere per un mancato versamento di denaro al partito.

La richiesta

Non appena si è diffusa la notizia del passaggio a Iv, dalla segreteria provinciale del Pd è partita la richiesta dei contributi arretrati che tutti gli eletti dem versano e che lui non avrebbe mai bonificato, tanto che dell'argomento (così come della vicinanza di Cerno ai 5 Stelle su alcuni temi, come la Tav) si era già parlato.

Il pizzo

Ma la reazione di Cerno ha scatenato le polemiche. Il senatore ha affermato al microfono di Giorgio Lauro e Geppi Cucciari che «hanno chiesto il pizzo. La segretaria (Silvia Roggiani, n.d.r.), quella che faceva la portaborse della Toia (Patrizia Toia, eurodeputata, n.d.r.). Dopo avermi chiesto il pizzo di 18 mila euro, mi ha detto buona fortuna. Si chiama pizzo, i soldi per parlare, per esprimere il proprio pensiero».

La reazione dem

Il riferimento al pizzo non è però rimasto sotto silenzio: la Roggiani ha annunciato una querela, forte della solidarietà ricevuta da tutto il partito a cominciare dal segretario Nicola Zingaretti, che su Twitter ha parlato di «aggressione» alla segretaria milanese dem. E anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, è intervenuto per stigmatizzare le espressioni di Cerno, ricordando che prima delle elezioni del 2018 aveva chiesto che a Milano non venissero candidate persone "catapultate" in collegi "sicuri" per il centrosinistra come quello del centro storico. 

«Un giornalista deve rendersi conto della gravità della parola pizzo»

Altre reazioni dall'ambiente Pd non si sono fatte atttendere. «Il pizzo si paga ai mafiosi», ha stigmatizzato la deputata Barbara Pollastrini: «Il fatto che un giornalista nonché senatore non si renda conto della gravità delle proprie parole fa capire quanto il limite della serietà e della decenza sia stato oltrepassato». Ed anche da Italia Viva il riferimento al pizzo non è stato gradito. Il deputato milanese di Iv Mattia Mor, per esempio, ha affermato: «Trovo che parlare di pizzo, soldi per parlare e minacce sia inaccettabile e che Tommaso dovrebbe scusarsi. Il Pd di Milano in questi anni ha svolto un ruolo importante nell’accompagnare la città nel suo sviluppo, coinvolgendo migliaia di persone nella vita pubblica ed aiutando le amministrazioni Pisapia e Sala a portare i risultati che tutti abbiamo davanti agli occhi. Dal 2012 abbiamo fatto un percorso insieme entusiasmante e costruttivo, che la scelta di aver preso un’altra strada con Italia Viva non può certo far dimenticare né negare».

Le scuse

Successivamente Cerno ha chiesto scusa per le espressioni utilizzate: «Mi scuso con il Pd – ha affermato – per avere usato il termine "pizzo" in riferimento ai soldi richiesti per poter parlare in dissenso dal partito. In effetti si tratta di una tassa, in quanto casualmente la richiesta arriva con le mie dichiarazioni. Rimane curioso notare come il Pd milanese abbia ridicolizzato la mia posizione, poche ore prima che l'alleanza Pd-M5s fosse saldata».

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