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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Caso Regeni, Fogolâr Civic: «Dirottare su Cambridge significa fare il gioco dei tiranni d'Egitto»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Di fronte ai toni quasi trionfali di certa politica e stampa italiane circa il sopraggiunto nulla osta britannico per un imminente interrogatorio della tutor universitaria di Giulio Regeni, in Friuli il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic" e il Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl” per voce del loro presidente, prof. Alberto Travain, affermano di “intravvedere, dietro simili compiacimenti, anche il malcelato furbesco auspicio di quanti sperano, spesso per misero interesse economico, che l'attenzione sul tragico caso dello scempio del nostro studente sia dirottata sull'ateneo di Cambridge. Ciò non soltanto per allontanare i riflettori dall''amico' Egitto, ma anche dalle mene di subdoli complici occidentali della sua tirannide. Se fosse stata la sua docente a condurre scientemente Regeni tra le fauci di un regime assassino, questo certo non scagionerebbe un governo italiano ed altri d'Europa che non meno scientemente stringono da tempo la mano ai tiranni del Nilo pur conoscendone le malefatte. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei! Le responsabilità dell'accademica inglese non potranno oscurare l'ipocrisia di certa politica ed affarismo italiani e di altri Paesi europei, la Francia in primis, nel rapportarsi con un esecutivo egiziano che lo stesso Parlamento di Strasburgo a suo tempo ha indicato come tirannico. Se l'Italia e i suoi degni partner credono di abbindolare i Friulani, conterranei di Giulio Regeni, si sbagliano davvero. Saremo vigili ed impietosi di fronte a inadeguatezze politico-istituzionali che allontanano inesorabilmente la cittadinanza dalle Istituzioni chiamate a tutelarne innanzitutto la dignità oltreché la sicurezza. Se la Prof di Cambridge avesse mandato – Dio non voglia – davvero a Regeni a morire in quel modo in Egitto, significherebbe innanzitutto che oggi nel Paese delle Piramidi, sotto il regime 'amico' dell'Italia, di Francia e altri ancora, così si muore e perciò che chi stringe la mano ai capi di quel regime ne riconosce in pratica e ne avalla l'autorità e l'utilizzo tirannico della stessa, degradandosi meschiamente così a legittimarli. C'è ancora spazio in Italia per parlare credibilmente ai giovani di grandi valori costituzionali? E che dire della Francia, le cui affermazioni di principio illuministe, cariche di bella filantropia, figlie della celebre Rivoluzione, sono da secoli – ahimè – carta straccia? Non ne parliamo della civile Inghilterra, che sinora ha fatto vergognosamente in sostanza orecchie da mercante, al di là dell'Università di Cambridge che non si è distinta per perseveranti mobilitazioni a sostegno della causa! Ambasciate europee tremanti di fronte a nuovi Faraoni assurti ad ago della bilancia in quello che un tempo era il 'Mare Nostrum' di antenati di cui i nostri Stati paiono essere parodia? Bell'esempio!”.

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