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Profughi a Bicinicco, il sindaco Bossi si dimette per protesta

Il primo cittadino del paese alle porte di Palmanova ha comunicato la sua decisione con una lettera. "L'anno scorso la nostra comunità ha raccolto 810 firme, più del 50% degli aventi diritto al voto, per l'accoglienza zero"

Il no ai richiedenti asilo nella comunità da lui amministrata non è stato ascoltato e lui presenta le dimissioni. Il sindaco di Bicinicco, Giovanni Battista Bossi, ha rimesso il suo mandato in una lettera ufficiale inviata ai consiglieri comunali, al segretario comunale Rita Candotto e al prefetto di Udine Vittorio Zappalorto. Il contenuto della missiva elenca quelli che, secondo Bossi, sono tutti gli aspetti che lo hanno fatto rinunciare al suo incarico. 

Le firme contro l'accoglienza

 «Abbiamo ricevuto comunicazione della Croce Rossa di Palmanova che ci comunica il trasferimento dei 14 profughi già ospiti nella frazione di Felettis in un'altra frazione del comune, Griis - scrive Bossi -. La Cri fa formale richiesta al sindaco di esprimere il proprio parere circa questo trasferimento, nonostante nella lettera sia chiaramente già riportato che il progetto è stato inoltrato alla Prefettura. L'anno scorso la nostra comunità ha raccolto 810 firme, più del 50% degli aventi diritto al voto, per l'accoglienza zero. Chiedere al sindaco il suo parere significa scaricare sulle spalle del primo cittadino la responsabilità che dovrebbe assumersi invece chi ha dato avvio a questa triste vicenda». 

Riferimenti manzoniani

«Nessuno, lo scorso anno, ha chiesto il mio parere - precisa Bossi -, e già allora mi sembrò una grande ingiustizia. Oggi ci aggiungiamo la beffa: viene chiesto il parere al sindaco, per dare una parvenza di legittimità popolare a scelte assunte da chi, fino a prova contraria, non rappresenta la comunità di Bicinicco. Non mi presto, pertanto, a dividere la mia comunità perché faccia la fine dei capponi di Renzo di manzoniana memoria, divisi tra loro e intenti ad arrecarsi l'un l'altro offesa, non curanti della mano che li costringe». 

Il lavoro già fatto

«Bicinicco ha dato accoglienza ai profughi per 15 mesi - insiste Bossi -; altrettanto non può dirsi per la maggior parte dei Comuni della Regione. Ciononostante si torna a chiedere un ulteriore contributo alla comunità. Penso che la nostra popolazione abbia fatto la sua parte abbondantemente. Con grande imbarazzo constato, poi, che per 15 mesi è stata data accoglienza a 14 richiedenti asilo politico in deroga a quanto stabilito dagli accordi tra Ministero dell'Interno e Anci, e in strutture prive di agibilità e di conformità degli impianti, senza considerare il fatto che a oggi non risultano versate le imposte comunali da parte della proprietà». 

Le mancate risposte

«Ho cercato invano, con comunicazioni ufficiali e protocollate, di comprendere direttamente dal prefetto di Udine le ragioni per le quali non si potesse fare nulla in presenza di comportamenti che, se posti in essere da privati cittadini, sarebbero stati forieri di legittime contestazioni e sanzioni. Come sindaco e al tempo stesso ufficiale del Governo Italiano - chiude Bossi -, non comprendo come sia possibile tacere davanti a tutto questo e non ricevere risposta dalle istituzioni superiori. Non sono più disposto ad accettare l'imbarazzo che provo nel rimanere inerme e muto alle richieste di chiarimento dei miei cittadini rispetto a queste disparità. Ringrazio tutta la maggioranza, gli assessori, e i dipendenti del Comune che mi sono stati a fianco. Rassegno le mie dimissioni nel consiglio convocato il 12 settembre​». 
 

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