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Calo delle nascite in Fvg, Revelant (AR): "Bisogna incentivare la natalità"

Il consigliere regionale nterviene in merito ai dati del 2015 che evidenziano in regione un calo del cinque per cento delle nascite rispetto all’anno precedente

“Invece di preoccuparsi di chiudere i punti nascita la Giunta regionale dovrebbe attivarsi per attuare politiche a favore della famiglia che incentivino la natalità.”
 
Il Consigliere regionale FVG di Autonomia Responsabile Roberto Revelant interviene in merito ai preoccupanti dati del 2015 che evidenziano in regione un calo del cinque per cento delle nascite rispetto all’anno precedente.
 
“Seppur ancora provvisorio, il dato relativo alla diminuzione delle nascite nella nostra Regione è a dir poco preoccupante e sintomo di un disagio economico e sociale delle giovani coppie, che non si sentono abbastanza tutelate da decidere di allargare la famiglia e mettere al mondo dei figli. Dall’analisi di questa situazione la Giunta regionale dovrebbe partire prendendo atto dei dati allarmanti, rivedendo le scelte fino ad ora attuate, spingendosi con più coraggio a sostegno delle giovani coppie e delle famiglie, istituendo anche forme innovative di sostegno ai più giovani, come ad esempio la riduzione o esonero delle spese mediche, trasporti agevolati o altri servizi che permettano alle famiglie di crescere i propri figli a prescindere dalla situazione economica. Inoltre, per comprendere meglio le condizioni dei nostri concittadini e per avere una proiezione della nostra regione tra alcune decine d’anni, sarebbe opportuno interrogarsi e valutare anche quanti siano i neonati figli di genitori nati e cresciuti in Friuli Venezia Giulia. Non va dimenticato, tra l’altro, che di fatto la popolazione nella nostra Regione è tra le più ‘anziane’, ed il calo di nascite oramai quasi ‘strutturale’ anticipa già oggi criticità legate alle risorse necessarie per l’erogazione delle pensioni attuali e future.”
 
“Il bonus bebè - spiega il Consigliere Revelant - attuato con successo in molti paesi europei e riconosciuto come iniziativa volta a incentivare le nascite anche dal Governo Renzi che lo ha introdotto, seppur limitatamente ad una platea molto ristretta, per la Giunta Serracchiani non è uno strumento idoneo allo scopo e pertanto lo ha soppresso, creando un vuoto normativo non colmato da nessun’altra misura. Le giovani coppie sono sempre più vulnerabili per la difficoltà che riscontrano a trovare un posto di lavoro atto a fornire le necessarie garanzie per il futuro e a causa anche dell’aumentata competitività nel mondo del lavoro spesso tra la famiglia ed un lavoro migliore, si trovano nella scelta obbligata di dedicarsi al lavoro, rinunciando, seppur a malincuore ai figli. Scelta scellerata, quella di sopprimere il bonus bebè, che insieme alla riduzione significativa dei fondi per le scuole paritarie, limita il diritto di scelta alle famiglie della nostra regione, anche riguardo alle decisioni in merito al successivo percorso di studi dei figli.”
 
“Sarebbe ora che la Presidente e l’Assessore Telesca - conclude il consigliere di Autonomia Responsabile - prendessero coscienza di questa situazione e invece di interrogarsi su quale punto nascita è meglio chiudere, si impegnassero a mettere in campo nuove azioni concrete per incentivare la natalità, altrimenti la scelta sarà obbligata dall’assenza di nuove creature da mettere al mondo

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