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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Centro

L'assessore Battaglia contro la Serracchiani: "Tagli alla sanità, ma i soldi ci sono"

Duro attacco dell'assessore provinciale alle Politiche Sociali che si rivolge alla governatrice della Regione: "Dimentica le fasce più deboli: invece di dare fondi al Teatro Verdi di Trieste pensi alle famiglie"

Elisa Battaglia, assessore della provincia di Udine al Sociale, ha scritto una lettera alla presidente della Regione Debora Serracchiani, imputando alla governatrice di avere dimenticato le fasce più deboli.

Battaglia si riferisce innanzitutto ai tagli relativi alla sanità regionale:
“Non ritengo degno di un’amministrazione – dichiara – che si dovrebbe comportare come un buon padre e una buona madre di famiglia decidere di togliere ben 120 milioni alla sanità regionale, proprio quando la richiesta di salute e di qualità di vita dovrebbe essere posta ai vertici delle priorità di una giunta regionale e tagliare ben 20 milioni (- 6 per cento rispetto al 2013) alle politiche sociali che, accanto ai servizi sociali, includono le misure a sostegno di maternità, disabili, anziani e infanzia”.

Secondo l’assessore provinciale, le fasce deboli non sono prese in considerazione:
“Evidentemente – prosegue – vengono equiparati, implicitamente, a cittadini di serie b, visto che sono stati tagliati addirittura 19 milioni di euro: in questo modo la governatrice di fede renziana dimostra di non avere particolarmente a cuore il destino di queste persone che, al pari delle altre, sono titolari di diritti che un’Istituzione pubblica è tenuta a riconoscere”. 

Battaglia, inoltre, si sofferma sul problema della natalità che, a detta dell’assessore, non preoccuperebbe la Serracchiani visto l'azzeramento sui 'bonus bebè': “La verità è una sola: non è vero che i soldi mancano, visto che la governatrice è riuscita a tirarli fuori per varie associazioni culturali di ‘fede’ rossa, o comunque vicine all’ideologia di chi è capo della nostra Regione, e a inondare di fondi il Teatro Verdi di Trieste (14 milioni di euro), per non parlare del fiume di denaro versato in abbondanza nelle casse di vari festival politicamente orientati”. 

L’assessore provinciale conclude con un’interrogazione: “Non sarebbe stato meglio pensare prima alle politiche sociali, poi ai film e agli spettacoli? La nostra gente ha bisogno di andare a vedersi pellicole o piuttosto vorrebbe potersi curare, i disabili vorrebbero poter avere idonei sostegni, i genitori vorrebbero vedersi aiutare nella politiche familiari? La  risposta è scontata, peccato che la capiscano benissimo i cittadini e non chi governa”.  

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