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40° dell'Università friulana. “Europa Aquileiensis”: “lo statuto rispetti il senso originario dell'ateneo!”

Il nuovo partito euroregionalista friulano guidato dal prof. Alberto Travain rinnova un'istanza del 2012, avanzata dal Fogolâr Civic e dall'Academie dal Friûl

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Il 6 marzo scorso ricorreva il 40° anniversario del Decreto del Presidente della Repubblica 6 marzo 1978 n. 102 che avviò ufficialmente l'Università degli Studi di Udine. A tal proposito, riguardo ai fini particolari dell'ateneo, il partito euroregionalista friulano “Europa Aquileiensis”, guidato dal prof. Alberto Travain e costituente costola politica del movimento culturale oramai trentennale del Fogolâr Civic, integrante anche l'esperienza dello storico Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl”, ripropone all'opinione pubblica, a mezzo stampa, una lettera bilingue, in italiano e friulano, datata 1° agosto 2012 ed indirizzata dagli stessi sodalizi del Fogolâr Civic e dell'Academie dal Friûl “alla cortesia del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Udine, ateneo friulano attuale, e all’interessamento dei Presidenti delle Province di Gorizia, Pordenone e Udine, territori del Friuli Storico, e dei Sindaci di Cividale del Friuli e Udine, prima e ultima capitale universitaria friulana; per conoscenza, agli organi di stampa”. Oggetto della missiva: “659° della prima Università friulana. Proposta di modifica nello statuto dell’ateneo udinese”. All'indomani della scomparsa dell'on. Arnaldo Baracetti, che tanto si spese affinché la nuova Università friulana fosse ufficialmente connotata da tratti significativi d'impegno identitario territoriale, i due soggetti culturali friulani rilevavano gravi carenze riguardo a ciò in sede di statuto dell'Ateneo e proponevano adeguate integrazioni. “Dal 2012 nulla sembrerebbe essere cambiato, con buona pace anche di tanto friulanismo prezzolato o di maniera, accademico, politico-amministrativo, associazionistico, proprio per nulla mobilitatosi seriamente e incisivamente su tale argomento” afferma il prof. Travain, coordinatore di Europa Aquileiensis. Ecco, dunque, il testo, a seguire, della lettera di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl di sei anni or sono, rimasta purtroppo senza riscontri. “Il 18 dicembre 2015, l'Ateneo udinese – ricorda Travain – ha rinnovato, anzi, il proprio Statuto, entrato in vigore nel 2016 e vigente tutt'ora, senza modificare una virgola del suo Articolo 1, che praticamente riduce ad orpello uno stanco richiamo allo 'sviluppo civile, culturale, sociale ed economico del Friuli', implicitamente perseguito assumendo gli ordinari orizzonti della più anonima Università italiana, tutt'altro, quindi, che esplicitando ed interpretando in senso strutturalmente inclusivo le particolari derivazione e destinazione territoriali alla base della storia dell'Ateneo friulano. Quel “contribuendo con ciò allo sviluppo civile, culturale, sociale ed economico del Friuli” non può divenire, ad esempio, quanto meno “procedendo dal fine di contribuire al progresso civile, sociale e alla rinascita economica del Friuli”, più fedele al dettato del D.P.R. del 6 marzo 1978? Nel 2012 così, quindi, scrivevano Fogolâr Civic e Academie dal Friûl. “Pregiatissimi, è costume dei sodalizi in firma celebrare ogni anno, con una lettera commemorativa, l’anniversario del riconoscimento della prima università friulana, istituita dai Patriarchi di Aquileia nel Medioevo a Cividale del Friuli ed accreditata dal sovrano Carlo IV di Boemia il 1° agosto 1353. Nello stesso mese ricorre anche l’anniversario dell’istituzione, nel 1977, dell’attuale università friulana, insediata a Udine e nata su pressante istanza popolare. Un tempo, dunque, deputato al ricordo di glorie culturali lontane e recenti, da non ridurre a mera occasione celebrativa, bensì da tradurre piuttosto in stimolo costruttivo nell’attualità. La presente – indirizzata alla considerazione di chi regge l’odierno ateneo friulano ed appellantesi alla condivisione delle principali rappresentanze territoriali del Friuli Storico, non ultime quelle delle comunità storicamente più legate alla vicenda dell’università locale – vuole essere il mezzo di una proposta tesa a promuovere, a maggior ragione in tempi richiamanti ad aggregazioni più ampie, la preservazione e la codificazione di una coscienza delle origini peculiari, quanto a derivazione e destinazione, dell’Universitas Studiorum Utinensis. Non foss’altro che come estremo, concreto omaggio all’on. Arnaldo Baracetti, scomparso nel luglio scorso, il cui contributo in sede legislativa fu determinante nel connotare d’identità propria territoriale l’ateneo udinese non a detrimento ma a integrazione delle ordinarie funzioni di un’università italiana, si viene a proporre l’opportunità culturale e morale di conformare in modo più fedele al dettato legale archetipo l’art. 1 dello statuto universitario, Magna Charta di un’istituzione di cui l’intera comunità friulana si considera a buon titolo matrice, prima destinataria ed ideale sovrana. L’art. 26 della Legge 8 agosto 1977, n. 546, frutto di un emendamento del compianto on. Baracetti, recita, infatti: "L'Università di Udine si pone l'obiettivo di contribuire al progresso civile-sociale e alla rinascita economica del Friuli, e di divenire organico strumento di sviluppo e di rinnovamento dei filoni originali della cultura, della lingua, delle tradizioni e della storia del Friuli”. L’art. 1 dell’attuale Statuto universitario udinese, emanato il 2 gennaio 2012, non meglio dei testi precedenti, riduce, invece, il tutto alla seguente, pregnante, affermazione: “L'Università degli Studi di Udine, istituita con legge 8 agosto 1977, n. 546, art. 26, è sede primaria di libera ricerca e libera formazione. Promuove lo sviluppo e il progresso della cultura e delle scienze attraverso la ricerca, la formazione, la collaborazione scientifica e culturale con istituzioni italiane ed estere, contribuendo con ciò allo sviluppo civile, culturale, sociale ed economico del Friuli”. La promozione del territorio diviene, in pratica, così, sulla carta, automatica conseguenza, non fine indirizzante dell’azione universitaria, mentre scompare del tutto l’esplicito richiamo ad uno specifico impegno in tema lingua, tradizioni e storia del Friuli. Fa senz’altro specie che nessuno sinora abbia, a quanto pare, sollevato il caso, eppure non si tratta di sfumature, ma dell’effettivo recepimento o meno, in sede statutaria interna, della concezione del ruolo peculiare riconosciuto dal legislatore all’ateneo udinese, fatto indubbiamente non surrogabile con estemporanee soluzioni pragmatiche. Ritenendo di far cosa grata alla sensibilità dei destinatari della presente e dei molti che nelle Istituzioni e nella società civile del Friuli saranno generosamente pronti a mobilitare le coscienze a sostegno dell’intento in oggetto, s’inviano, in chiusura, con piena fiducia, i saluti più cordiali e distinti. / Preseâts, lis fradaiis che culì si firmin a son usadis a ricuardâ ogni an, cuntune letare in sô memorie, l’inovâl di cuant che e je stade ricognossude la prime universitât furlane, implantade jù pe Ete di Mieç a Cividât dai Patriarcjis di Aquilee e increditade dal regnant Carli IV di Boemie il 1n di Avost 1353. In chel istès mês al cole ancje l’inovâl che tal 1977 a àn impastanade la universitât furlane chê di cumò, instalade a Udin e nassude su sburt de place. Un moment, duncje, par ricuardâ gloriis culturâls di timps indaûr e di chê altre dì, no di ridusilu a celebrazion dome, ma di tradusilu pluitost in stombli a fin di ben pal presint. Ve che cheste letare – destinade al acet di cui che guvierne l’universitât furlane dal dì di vuê e slargjade al agradiment des rapresentancis primis dai teritoris dal Friûl Storic, no par ultimis chês des comunis plui leadis ai fats de storie de universitât dal puest – e je fate par presentâ une propueste che, inmò plui in epochis di miscliçs simpri plui grancj, e intint di sburtâ a tignî di cont e fissâ di regule un sens des origjinis particolârs, par derivazion e destinazion, de Universitas Studiorum Utinensis. Almancul di ultin, concret presint al on. Arnalt Baracêt, muart cumò il mês di Lui, che il so contribût al è stât decisîf cuant che a àn fate la leç che i à dât une sô identitât teritoriâl a la universitât di Udin cence gjavâi nuie ma ben zontant rispiet a lis funzions di une cualsisei universitât taliane, si propon il câs culturâl e morâl di conformâ in maniere plui sclete daûr de leç mari l’art. 1 dal statût universitari, Magna Charta di une istituzion che dute la comunitât furlane si calcole di çoc, destinatarie prime e regjine ideâl. L’art. 26 de Leç 8 di Avost 1977, n. 546, saltât fûr di un emendament di puar Baracêt, al sentenzie, di fat, par talian: "L'Università di Udine si pone l'obiettivo di contribuire al progresso civile-sociale e alla rinascita economica del Friuli, e di divenire organico strumento di sviluppo e di rinnovamento dei filoni originali della cultura, della lingua, delle tradizioni e della storia del Friuli”. L’art. 1 dal statût universitari udinês di cumò, publicât ai 2 di Zenâr 2012, no miôr dai tescj dai statûts di prin, al ridûs dut cuant, invezit, a cheste significative declarazion: “L'Università degli Studi di Udine, istituita con legge 8 agosto 1977, n. 546, art. 26, è sede primaria di libera ricerca e libera formazione. Promuove lo sviluppo e il progresso della cultura e delle scienze attraverso la ricerca, la formazione, la collaborazione scientifica e culturale con istituzioni italiane ed estere, contribuendo con ciò allo sviluppo civile, culturale, sociale ed economico del Friuli”. La promozion dal teritori e devente, in pratiche, cussì, tal scrit, consecuence automatiche e no invezit fin che al indrece la azion universitarie e al sparìs dal dut il riclam palês a un impegn specific in cont di lenghe, tradizions e storie dal Friûl. Al pâr juste di strani che nissun fin cumò nol vedi, un tant al somee, tirât fûr il câs, cundut che propit no si trate dome di un cavîl, ma ben, tal concret, dal acet o no, tal statût interni, de idee di une funzion particolâr ricognossude de leç a la universitât di Udin, fat che par nuie no si rimplace cun soluzions pratichis balarinis. Calcolant di incuintrâ la sensibilitât dai destinataris di cheste letare e di tancj di lôr che tes Istituzions e te societât civîl dal Friûl a saran pronts e splendits tal movi lis cussiencis a pro di chescj intindiments culì, in sieradure, ca si destinin, cun plene fiducie, i salûts plui zentîi e rispietôs".

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