rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Mare

Nasce in Friuli la soluzione ecologica per pulire le carene delle barche

Il primo prototipo verrà presentato in anteprima lunedì 30 maggio al Salone Nautico, all’Arsenale di Venezia

Un innovativo sistema per pulire le carene delle imbarcazioni senza inquinare l’ambiente marino. Si chiama GreenHul e il primo prototipo di questo progetto è stato realizzato interamente in Friuli Venezia Giulia, grazie alla sinergia di nove aziende del territorio. Coordinatore del progetto è il Cluster Comet, cluster della metalmeccanica regionale.

Come funziona

GreenHull è un sistema ecologico integrato composto da due tecnologie che per la prima volta lavorano in abbinata: l’unità di pulizia Rov - Remotely Operated Vehicle –  e l’impianto modulare di trattamento delle acque reflue. Si tratta del primo sistema che permette di pulire le chiglie delle imbarcazioni, raccogliere l’acqua sporca, purificarla e immetterla in mare, tutto nello stesso momento.

A cosa serve

Diversi i vantaggi che derivano dall’utilizzo questa nuova tecnologia. Prima di tutto permette di risolvere in modo ecosostenibile il tema dell’incrostazione biologica degli scafi che navigano nel mare Adriatico, così da contribuire a contrastare l’inquinamento dell’area e l’introduzione di specie allogene che gli scafi generano. In secondo luogo, il sistema migliora le prestazioni delle imbarcazioni in modo da ridurre il loro impatto ambientale. In più, la pulizia degli scafi dal biofouling viene eseguita senza togliere il natante dall’acqua e senza disperdere sostanze inquinanti nell’ambiente marino circostante.

Che cos’è il biofouling

Il biofouling è una bio-incrostazione che minaccia l’ecosistema marino. Esso, infatti, viene trasportato dalle chiglie delle navi in transito, permettendo agli organismi in esso contenuti di compiere lunghi tragitti e di insediarsi in ambienti nuovi, aggredendo le specie locali, alterando l’ecosistema marino. Non solo: la presenza di biofouling sulla chiglia delle imbarcazioni crea un attrito che riduce la velocità e le performance della nave, un effetto che si traduce in un maggiore consumo di carburante, con conseguente aumento delle emissioni di Co2 e di inquinamento.

Le aziende coinvolte

Sono in tutto nove: Anoxidall Srl di San Vito al Tagliamento (PN), DLP Waterjet Srl di Lauzacco (UD),  Durox Srl di Remanzacco (UD), Easytech Srl di Cividale del Friuli (UD), Friulmek Srl di Cordenons (PN), Idrosystems Snc Pordenone, Meccanica Hi Tech srl di San Vito al Tagliamento (PN), OMEG di Tramontin Gianluca s.n.c di Cordenons (PN) e  Time Srl di Fiume Veneto (PN). Queste aziende del comparto metalmeccanico regionale hanno lavorato, su progetto della slovena Salvi d.o.o., in sinergia rendendo possibile la realizzazione del sistema, il cui primo prototipo verrà presentato in anteprima lunedì 30 maggio al Salone Nautico, all’Arsenale di Venezia.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nasce in Friuli la soluzione ecologica per pulire le carene delle barche

UdineToday è in caricamento