Vicino/lontano, il programma del 15 maggio
Si apre domani con un’intensa “quattro giorni” di eventi e incontri la volata conclusiva di Vicino/Lontano 2014, in cartellone a Udine fino a domenica 18 maggio con un centinaio di iniziative in programma per oltre duecento protagonisti italiani e internazionali. La X edizione di Vicino/Lontano 2014conferma la sua volontà di indagare il nostro tempo e i mutamenti, globali e locali, che investono le nostre vite. Decisamente centrale, nel programma del festival, la riflessione dello storico Adriano Prosperi, che sarà impegnato domani – giovedì 15 maggio, alle 19 nell’ex Chiesa di San Francesco - in una lezione su Tolleranza e intolleranza: alle origini dell’Europa moderna, introdotta dall’antropologo Nicola Gasbarro, presidente del Comitato scientifico di Vicino/Lontano. L’incontro è proposto in collaborazione con Multiverso. L’anno della scoperta dell’America, il 1492, si è fissato stabilmente nel racconto europeo come data d’inizio della modernità. Ma uno sguardo più attento – quello che ci riporterà lo storico e saggista Adriano Prosperi - permette di scoprire che in quell’anno, insieme all’alterità umana del selvaggio, altre figure di “diversi” entrarono nella costruzione del modello di statualità giuridica spagnola: l’ebreo, il musulmano, l’eretico. La cancellazione delle differenze religiose, per secoli caratteristiche dell’area iberica e fonte di ricchezza della sua cultura, ebbe il suo segno decisivo nell’espulsione in massa degli ebrei da parte di un potere statale garante della purezza religiosa del popolo, grazie al tribunale ecclesiastico della Suprema Inquisizione. Fu in questo contesto che l’antigiudaismo cristiano, forma tradizionale di intolleranza religiosa, si trasformò per la prima volta in antisemitismo razziale.
Vicino/lontano 2014 ci accompagna a scoprire “che mondo fa” e anche cosa rimane, oggi, degli eventi che hanno ‘fatto’ la storia del nostro tempo. Di Amnesia. La cultura che abbiamo dimenticato discuteranno domani il sociologo Alessandro Dal Lago, lo psichiatra Peppe Dell'Acqua e il filosofo Pier Aldo Rovatti (ex Chiesa di san Francesco, ore 21), coordinati da Marco Pacini. La nostra scena culturale è in effetti abbastanza povera di memoria e alquanto ripetitiva. Si direbbe che soffra di amnesia. Poco o nulla ricordiamo della grande ricchezza di pensiero che ha caratterizzato gli anni Sessanta e Settanta, prima e dopo il fatidico Sessantotto. Chi ha vissuto quegli anni spesso non ha scrupoli a procedere attraverso pregiudizi e stigmatizzazioni, cosicché tutto viene a riversarsi nel calderone del terrorismo mentre quello che è avvenuto è stato un ribollire di pensiero critico e di aperture di orizzonti teorici, dall’uso che si è fatto in Italia della fenomenologia concreta e della riflessione sui bisogni radicali alle formidabili sperimentazioni teoriche dei maître del post-strutturalismo francese. A chi oggi ha vent’anni non arriva alcun messaggio positivo, arrivano soltanto gli effetti delle censure e delle amnesie. Che sia urgente cominciare a discutere perché e come ciò stia accadendo costituisce il senso di questo incontro a più voci.
E domani sera, al Teatro San Giorgio alle 21 appuntamento con Canti – Cjants – Dall’America, lo spettacolo teatrale da Cjants da la Meriche di Nelvia Di Monte, ideato da Stefano Rizzardi con Maria Ariis, Gabriele Benedetti, Giulia De Paoli, Stefano Rizzardi e le voci registrate di Fabiano Fantini, Alessandra Pergolese, su musiche di Aleksander Ipavec. La produzione, in collaborazione con CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli-Venezia Giulia e Radio Onde Furlane, dà voce all’opera – i Cjants da la Meriche, pubblicati nel 1996 – di Nelvia Di Monte, una delle maggiori scrittrici viventi in lingua friulana. Quattro monologhi interiori, pieni di dolore e di speranza, di quattro emigranti friulani che hanno attraversato l'immensa pianura d'acqua dell'Oceano Atlantico.