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Udinesi uniti attorno al pozzo di San Giovanni nel ricordo della “Joibe Grasse” del 1511

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

“In un luogo fortemente divisivo della storia civica udinese e friulana, siamo ad affermare, nell'imminenza di consultazioni elettorali particolarmente accese, la necessità di un richiamo al bene comune e al vincolo di solidarietà supremo tra concittadini, travalicante ogni divisione. Siamo a celebrare non un apatico quieto vivere, un 'pax' imposta dai potentati imperanti al momento, ma una pace giusta, una concordia civica costituita davvero sul rispetto reciproco”. Così, il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, ha motivato, in una trascinante orazione in friulano, la 19^ edizione delle rimembranze civiche udinesi spontanee dei moti popolari della “Joibe Grasse” 1511, rimembranze tenutesi martedì 27 febbraio 2018, in Via Stringher a Udine, presso il Pozzo di San Giovanni, che vide iniziare la “Crudel Zobia Grassa”. Accorato anche l'intervento del sindaco rag. Carlo Giacomello, che apprezzando il senso dell'iniziativa ha anche assicurato adeguata tutela all'importante cimelio storico legato ai fatti della “Joibe Grasse” di cui Travain aveva segnalato l'indebito oblio. Trattasi dello stemma de Gubertini, che, in Via Manin, costituiva al tempo archivolto del portone della casa del patrizio Martino Valentinis, la quale, per ben due volte, il 27 febbraio 1511, venne difesa personalmente dal capopopolo Antonio Savorgnan di fronte alla ferocia degli insorti, a scagionare sé stesso dall'accusa di aver fomentato l'orribile massacro della nobiltà. Il Sindaco ha voluto sottolineare come il suo specifico intervento in fascia alla commemorazione della “Joibe Grasse” si dovesse intendere quale presenza e condivisione dell'intera città, stretta attorno alla propria storia. Sono intervenuti, a seguire, la prof.ssa Renata Capria D'Aronco, presidente dell'Arengo cittadino e del Club per l'Unesco di Udine; la prof.ssa Laura Zanelli, presidente dell'Associazione Giulietta e Romeo in Friuli; l'intellettuale arch. Amerigo Cherici; lo storico Alfredo Maria Barbagallo. Tra i presenti, la sig.ra Jolanda Deana, segretaria del Fogolâr Civic, accompagnata dal collaboratori del servizio cerimoniale, signori Manuela Bondio ed Eugenio Pidutti. Sul Pozzo di San Giovanni, quindi, è stata deposta, come ogni anno, una dedica floreale, con campeggianti due rose appaiate, antico simbolo di fazione ma oggi unione, associate a un mazzetto di stelle alpine, in ricordo dei morti di quella strage e di tutte le vittime di tirannia variamente intesa nella storia del mondo. Nel nastro tricolore civico friulano blu-bianco-giallo, citante la villotta ribelle locale “la justizie e fate a gucje / no si pues plui sopuartâ”, s'è rinnovato esplicito ricordo dei compianti giovani corregionali Giulio Regeni e Michele Valentini, variamente martiri delle tirannidi dei giorni nostri. È seguito immancabile brindisi civico presso l'adiacente storico locale “Grappolo d'Oro”, originariamente denominato “All'Aquila Imperiale”.

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