TSU ospita il teatro in maschera di Branko Završan in "You don't say it"
La parola “persona” in latino significava propriamente “maschera teatrale”, a testimoniare quanto l’identità di ogni individuo possa celarsi (o plasmarsi?) dietro quest’oggetto. Si pensi al mondo del teatro classico greco e latino, quello giapponese, o più semplicemente al famoso concetto pirandelliano. Dall’antichità fino ad arrivare ai giorni nostri, una cosa risulta innegabile: questo tipo di rappresentazione conserva tutt’oggi la stessa meravigliosa magia.
L’approccio contemporaneo, trova nell’opera di Završan il suo grande portavoce. Così, nello spettacolo organizzato da Teatro Sosta Urbana “You don’t say it”, in scena sabato 2 alle ore 21 al Teatro San Giorgio di Udine, il messaggio non viene espresso con il linguaggio, ma è altrettanto chiaro. Così la scena non è il luogo del nascosto, ma quello della rappresentazione; il palcoscenico non prevede finzioni, ma spazi di significato. Ed ecco che uno spettacolo basato su un non-testo, lascia spazio all’azione, al corpo umano. Il non verbale parla più della stessa parola, e si intreccia fra gesti, suoni, e silenzi della sceneggiatura fusi con la musica e il suono di Boštjan Leben.
E i protagonisti sono uomini, uomini qualunque nell’armonia della vita quotidiana. Mentre le scene spaziano dal comico al tragico, dal melodrammatico al leggero, tra aeroporti, cinema, valzer di esuli traballanti, anziani in sala d’attesa. E i sentimenti umani come la paura, l’aspettativa, l’ignoranza e la devozione sembrano filtrare dai buchi del viso per attraversare gli altri sguardi, seduti in platea.
Parallelamente allo spettacolo, dall’1 al 3 settembre avrà luogo il laboratorio teatrale condotto dallo stesso autore, negli spazi offerti da Circo all’inCirca di Udine. Gli organizzatori comunicano il grande entusiasmo per il workshop, soldout dopo pochissimi giorni, e rilanciano la partecipazione allo spettacolo con una frase dell’artista: “Non preoccupatevi; il silenzio sul palcoscenico può essere molto rumoroso”.