"La storia senza Storia" delle sorelle Grassi, il racconto delle alpiniste carniche
Torna in scena lo spettacolo Voglio andare lassù. Breve storia delle sorelle Grassi, narrazione per parola, musica e canto, ideata e scritta da Melania Lunazzi.
Recuperando la data del 2020, la pièce approda sabato 7 maggio a San Daniele del Friuli (ore 20.45 al Cinema Splendor), in una serata a ingresso gratuito organizzata con il sostegno e la collaborazione di Cai Friuli Venezia Giulia, Comune di San Daniele del Friuli, Biblioteca Guarneriana e associazione Officine d’Autore.
Con Melania Lunazzi sul palco ci saranno l’attrice Ada Delogu e il fisarmonicista Sebastiano Zorza, compagine ormai consolidata, e per la seconda volta sarà presente anche la danzatrice Giulia Bean, che si farà interprete di una personale coreografia.
"Una storia senza Storia"
'Una storia senza Storia' quella della sorelle Angelina, Giacoma e Anna Grassi, le forti alpiniste tolmezzine vissute a cavallo tra Ottocento e Novecento cui piaceva scalare le montagne, andando controcorrente rispetto ai tempi e al contesto geografico. La loro parabola viene raccontata nello spettacolo che prende forma tra ricerca documentaria e inserti di fantasia e verosimiglianza, con un pizzico di ironia.
Lo spettacolo
Si tratta di una lettura scenica a due voci con sei doppi dialoghi. Le due donne dialoganti sono alternativamente le due sorelle e due donne contemporanee. Le scene si svolgono a Tolmezzo, nella casa delle Grassi, in una malga alpina e a Udine. Ci sono parti cantate, parti strumentali e una parte di danza. Alle spalle degli attori scorre una proiezione di immagini fotografiche e di riprese video.
«Le sorelle Grassi - racconta Lunazzi - sono state delle pioniere in Friuli, anche se la loro storia è più nota al di fuori della nostra regione e ha diverse figure omologhe in altre parti delle Alpi. La strada intrapresa dalle tolmezzine ha comportato una scelta controcorrente, ed è stata osteggiata e criticata dagli stessi uomini che in un primo tempo le avevano incoraggiate. Ma il loro messaggio è stato forte, anche se il tratto di strada compiuto è stato breve, dato che l’unica che ha poi continuato ad andare in montagna per alcuni anni fino ai primi del Novecento è stata Anna Grassi, la sorelle minore, che non si è mai sposata. Il messaggio del testo comunque non è femminista né solo “al femminile” ma è rivolto a tutti coloro che hanno una passione e che affrontano ostacoli imponenti per affermarla, in qualsiasi settore essi/ esse operino».