Lo scisma d'Occidente attraverso il manoscritto di un udinese
Come dimenticare il recente colpo di scena del pontificato di papa Ratzinger, alias papa Benedetto XVI, interrotto a favore di Bergoglio, papa Francesco? Una storia che per diversi anni ha alimentato il mito, per alcuni falso, dei due Papi quali rappresentanti antitetici della tradizione da un lato e dell’innovazione dall’altro.
Quando i Papi furono addirittura tre
C’è stato però un periodo in cui i Papi erano addirittura tre, quando la Chiesa occidentale è stata attraversata da profonde lacerazioni, dividendo l’Europa cristiana in due correnti rivali, subito dopo il rientro della sede papale da Avignone a Roma.
A raccontare la complessa storia dello scisma d’Occidente, che tra 1378 e 1417 divise l’Europa cristiana portando all’elezione di tre diversi papi, ci pensa, in occasione della Setemane de culture furlane il giornalista Mario Prignano, attualmente caporedattore del Tg1 Rai, storico di formazione e ricercatore appassionato.
Mario Prignano racconta quarant'anni di storia europea
È lui il prossimo ospite dell’Università Popolare di Udine con la conferenza dal titolo Lo Scisma d’Occidente e l’antipapa Giovanni XXIII nella cronaca di Antonio Baldana, utinensis legum studens e l’appuntamento è per sabato 15 maggio alle 18 sulla piattaforma Zoom.
Prignano tratterà il divisivo argomento che ha caratterizzato quarant’anni di storia europea, partendo dallo studio dell’interessante manoscritto di Antonio Baldana, l’udinese che ne tracciò un interessante cronaca, da testimone del suo tempo, durante gli studi di legge a Firenze. "È stato un mio antenato, papa Urbano VI, a scatenare lo Scisma e quella di Antonio Baldana è una delle storie più spettacolari raccontate sull’annosa questione”.
Il manoscritto datato 1419 è conservato alla Biblioteca Palatina di Parma (ms.1194), è redatto metà in prosa metà in versi, metà in latino e metà in volgare ed è corredato da trenta magnifici acquerelli. Uno di questi è un prezioso documento anche per gli storici dell’architettura e dell’arte friulani perché raffigura l’ingresso delle truppe pontificie a Napoli, ritraendo però al posto di Napoli la stessa Udine. Una “fotografia” preziosa di come erano il castello di Udine, la torre dell’orologio con le statue in legno dei due automi “batti ore” e la chiesa di Santa Maria di Castello poco prima del terremoto del 1511 che li danneggiò pesantemente, portando alla loro trasformazione. Un acquerello noto a pochissimi studiosi.
La conferenza si potrà seguire online, sulla piattaforma Zoom: l’invito è per gli associati e può essere richiesto anche dai non iscritti scrivendo a unipop.udine@gmail.com. Le registrazioni saranno visibili in seguito anche sul canale YouTube ufficiale dell’Università Popolare.