A Udine si presenta NuovaMente, il progetto che punta a rallentare la demenza senile
Le caratteristiche del progetto e le sue finalità saranno illustrate dalla responsabile di NuovaMente, la dottoressa Sara Naliato, esperta in neuropsicologia clinica: l’appuntamento è per giovedì 27 settembre alle 20 nella sala del centro StimolaMente in via San Rocco 10/B.
Il progetto NuovaMente, realizzato in collaborazione dall’Associazione Alzheimer Udine Onlus e dalla Cooperativa Pervinca, nasce per venire incontro alle famiglie che vivono quotidianamente le difficoltà della gestione dei pazienti affetti da demenza. Una patologia che comporta la perdita progressiva di competenze cognitive e la comparsa di disturbi della memoria, del linguaggio, della percezione visiva e dell’orientamento che possono portare anche ad alterazioni del comportamento.
Attraverso screening neuropsicologici, i pazienti saranno monitorati dall’inizio alla fine del percorso, così da creare gruppi omogenei e stimolare in maniera mirata ogni persona. Sebbene non esistano terapie risolutive per la demenza, se diagnosticata tempestivamente la progressione della malattia può essere rallentata: le evidenze scientifiche dimostrano come le terapie non-farmacologiche, tra le quali spicca la stimolazione cognitiva, possano avere un impatto positivo sulle capacita? e sulla qualita? di vita. A differenza dei trattamenti farmacologici, queste tecniche sono efficaci su tutti i tipi di demenza e facilmente tollerate da tutti i pazienti, posticipando e diminuendo il ricorso all’istituzionalizzazione.
Il fatto di essere assieme ad altri stimola il confronto e la condivisione. Ma per essere adeguato, un trattamento di stimolazione di gruppo deve considerare il livello di gravità, la motivazione e le aspettative dei pazienti, dei loro familiari e di chi li assiste quotidianamente (i caregiver). E’ proprio per questo che NuovaMente prevede anche il coinvolgimento di questi ultimi, che risulterà fondamentale per poter proseguire l’iter riabilitativo anche a domicilio e favorire una migliore gestione dei comportamenti bizzarri che possono presentare i malati.